Siamo continuamente bombardati da immagini e messaggi che magnificano la gioventù e condannano la vecchiaia come il peggiore dei mali.
Ogni segno del tempo ci viene presentato come un nemico da sconfiggere, una vergogna da nascondere. Ogni pubblicità cerca di convincerci che se vogliamo essere accettati, dobbiamo mantenerci giovani a tutti i costi. Ogni ruga e cedimento del corpo diventano difetti da occultare con prodotti cosmetici o interventi chirurgici.

bellezzaL’industria della bellezza è una macchina che schiaccia senza pietà chiunque s’illuda di mantenere l’aspetto dei suoi vent’anni per sempre.

Curare il nostro corpo e mantenerlo sano ed efficiente ci fa sicuramente vivere meglio, ma se diventa un’ossessione, siamo destinati a sentirci sconfitti, perché i segni del tempo che passa sono inevitabili e nessuna crema e nessun intervento estetico hanno il potere di cristallizzare il nostro aspetto in un’eterna gioventù (leggi anche: Come essere perfetta).

Quello che possiamo fare però, è considerare la questione sotto un’altra ottica.

Invecchiare non è una sconfitta, è un privilegio non concesso a tutti.

Se facciamo buon uso del nostro tempo, gli anni che passano sono un patrimonio prezioso. Con la maturità impariamo a vivere meglio, ad arrabbiarci di meno per le sciocchezze e a sorridere di più, a liberarci dalle zavorre che appesantiscono la nostra esistenza e a vivere con più leggerezza, che non significa superficialità ma capacità di prendere le cose con uno spirito migliore.

centenariUno zio di mio padre, che è vissuto fino a 107 anni attraversando due guerre mondiali e infinite difficoltà di ogni tipo, si è mantenuto giovane fino alla fine coltivando le sue passioni: scriveva poesie e ascoltava musica. Un mio vicino di casa, arrivato a 102 anni, si è dedicato fino alla fine alla sua passione, coltivando il suo orto del quale ci mostrava con orgoglio i prodotti. Mio nonno fino a 94 anni ogni mattina si radeva con cura la barba, si metteva giacca e cravatta e andava a comprare il giornale per poi leggerselo tutto. Non ha mai smesso d’informarsi, diceva sempre: c’è così tanto da imparare, non si finisce mai. Giocava con me come un bambino, rideva con gioia e ha mantenuto l’entusiasmo per la vita fino all’ultimo.

Sono tante le persone che hanno fatto della loro vita un capolavoro, nonostante le difficoltà, e da loro possiamo prendere esempio e soprattutto comprendere una grande lezione: la gioventù, così come la vecchiaia, è una condizione dell’anima più che una questione anagrafica. Se non coltiviamo le nostre passioni e non troviamo il nostro scopo nella vita, possiamo sentirci vecchi e spenti anche a trent’anni. Se manteniamo vivo il nostro spirito e la nostra mente, proveremo un autentico entusiasmo nei confronti della nostra esistenza e allora le rughe sul nostro viso non ci appariranno come segni orribili, ma come la dimostrazione dell’immensa fortuna che abbiamo per essere qui.

Il tempo che passa ha i suoi vantaggi e, dal momento della nostra nascita, ogni giorno viviamo, ci trasformiamo ed evolviamo. Il tempo che invecchiare benepassa non deve metterci paura, possiamo cominciare a vederlo come un’opportunità per prenderci cura di noi stessi sia fisicamente, sia mentalmente, imparare a nutrirci in modo sano e fare attività fisica per rimanere in salute e in forma più a lungo possibile, occuparci della nostra crescita personale costantemente senza mai pensare che “tanto ormai”. E un’altra cosa che possiamo fare è usare un linguaggio diverso da abbinare al tempo che passa e abituarci ad associare alla nostra età che aumenta parole come saggezza, equilibrio, evoluzione, perché le rughe sono anche i segni di una vita vissuta con pienezza e soddisfazione (ti potrebbe anche interessare: Chi ha una vita interessante non ha tempo per criticare la vita degli altri).

Possiamo decidere di essere dei vecchi cinquantenni, oppure dei trentenni con vent’anni di esperienza. La scelta è solo nostra.