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I cani comprendono quello che proviamo?

I cani comprendono quello che proviamo?

Solo osservandoci i cani capiscono quello che diciamo e viviamo

I cani ci studiano con devozione, quando non stiamo dormendo, ci analizzano in ogni istante, prestano assoluta attenzione alla gestualità e alla mimica umane, cercano di capire quale sarà il nostro prossimo passo e quali conseguenze esso possa avere per loro. Non gli sfuggirà, per esempio, il nostro sguardo al frigorifero anche se siamo persi nei nostri pensieri, perché potrebbe significare che ben presto arriverà la pappa.

Perché le balene conoscono le lingue straniere, libro

Nessun altro animale ha sviluppato una conoscenza così approfondita dell’uomo come il cane. È diventato un esperto a interpretare il nostro comportamento e a capire le nostre intenzioni. Comunica con noi in modo così intenso e variegato che molti uomini si sentono compresi quasi più dai cani che dai loro simili.

Instancabilmente al nostro fianco, il cane ha compiuto un’evoluzione che non si riscontra in nessun’altra specie. L’uomo ha assunto per lui un’importanza ancor maggiore che se stesso.

I cuccioli lasciati soli in una stanza si calmano molto più velocemente alla presenza di un uomo rispetto a quanto accade con i propri simili e sono sempre gli uomini i primi a cui si avvicinano scodinzolando. I cani domestici adulti sviluppano un attaccamento più stretto all’uomo che ad altri cani già dopo pochi minuti di conoscenza.
Per i cani, l’uomo è il partner sociale per antonomasia e anche le sue straordinarie capacità cognitive dipendono da questo legame e dall’adattamento a noi. Questo perché gran parte del loro cervello si concentra esclusivamente su una questione: come funziona l’uomo?

cani e padroni

Cosa dicono le ricerche scientifiche sulla capacità di osservazione del cane

Katharina Jakob, nel suo libro Perché le balene conoscono le lingue straniere, ci dice che al Family Dog Lab di Budapest, che fa capo al dipartimento di biologia dell’Università Eötvös-Lórand, ma anche in molti altri istituti, hanno condotto numerosi studi sulle conseguenze dell’abilità di osservazione dei cani.

Il primo test:

Per esempio, la capacità di interpretare i gesti umani è stata scoperta grazie a una sorta di gioco delle tre campanelle: i ricercatori hanno nascosto dei bocconi di carne sotto uno di due bicchieri, senza che il cane fosse presente, e poi glielo hanno fatto scegliere. Se con il naso o la zampa batteva sul bicchiere sbagliato, rimaneva senza cibo. Questo è stato tipicamente il risultato quando gli studiosi non gli davano alcuna indicazione: senza un gesto col dito, il cane ha dovuto affidarsi completamente al caso, scegliendo un bicchiere a volte azzeccandoci, a volte no. Evidentemente, il suo olfatto non lo ha aiutato minimamente nel gioco.

Totalmente diversa è risultata invece la situazione quando gli scienziati hanno indicato il bicchiere giusto: la maggior parte dei cani ha trovato i bocconi al primo tentativo e non è servito che il gesto fosse fatto col dito, è bastato semplicemente un cenno del capo o uno sguardo verso il bicchiere che celava il cibo.

Il secondo test:

Gli scienziati hanno trovato la prova tangibile che i cani capiscono quali emozioni si specchiano nel volto di un uomo, anche quando riescono a vederne solo una parte.

I ricercatori hanno allenato due gruppi di cani a distinguere con l’aiuto di un touchscreen tra volti umani felici e arrabbiati.
Questa differenziazione è possibile con il metodo del rinforzo positivo. Quando fa giusto, il cane riceve in premio un bocconcino prelibato, in modo che impari velocemente a ripetere quanto gli viene chiesto di fare.

Nell’esperimento dell’équipe austriaca hanno allenato il primo gruppo di cani a riconoscere visi allegri, il secondo volti arrabbiati. Inizialmente, gli animali potevano vedere solo una faccia di una persona che non conoscevano, con un’espressione gioiosa o innervosita. Per escludere che gli animali potessero orientarsi grazie a caratteristiche casuali come i denti, fu mostrata loro solamente una parte del viso: o la fascia degli occhi o la metà inferiore della faccia.

Stranamente, il gruppo che doveva scegliere le espressioni minacciose e arrabbiate ha impiegato il triplo del tempo per svolgere l’esercizio.
A quanto pare, per i cani era più difficile avvicinarsi con il naso al touchscreen quando l’espressione emotiva visualizzata era negativa. Indizio che sapevano effettivamente quello che stavano osservando.

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