Il 20 marzo 2015, alle 22.45 (le 23.45 in Italia), cade ufficialmente l’equinozio di marzo, che nell’emisfero boreale equivale all’inizio della primavera, momento in cui la durata del giorno coincide con la durata della notte (12 ore).
In molte culture del passato la primavera costituiva un importante momento di passaggio e di rinascita delle forze della terra e della natura dopo il lungo inverno. Il segno più evidente della primavera è infatti il rifiorire della vegetazione. Periodo di rinnovamento interiore ed esteriore, la tradizione celtica celebrava l’equinozio di primavera con il nome di Ostara, che viene fatto risalire alla dea germanica Eostre, legata per l’appunto alla rinascita, al rifiorire della vita e alla fertilità (della terra come pure degli esseri viventi).
Intenso è il simbolismo legato a questo periodo dell’anno, con elementi che parlano di fertilità: l’uovo (poi divenuto uovo pasquale), in cui è racchiusa la vita, e il coniglio (da cui il coniglio pasquale delle usanze anglosassoni), per la rapidità con cui si riproduce.
La copiosa fioritura primaverile è dappertutto oggetto di gioia e ammirazione, ma assume una connotazione quasi filosofica in Giappone, con l’usanza dell’hanami, letteralmente l’ammirare la fioritura dei ciliegi, la cui bellezza reca con sé l’aspetto della transitorietà delle stagioni e della vita.
Ovunque guardiamo ci sono fiori gialli: gialle forsizie, gialli narcisi e gialle giunchiglie. Lunghi nastri percorrono il cielo: sono le oche che volano verso nord. A volte volano così alte che non si sente quasi più il loro grido, un suono così antico che fa muovere qualcosa dentro di noi. Altri suoni, il gracidio delle rane, il ronzio degli insetti notturni, il verso del caprimulgo, sono tutti segnali che la vita continua. Ci avvisano che è ora di smettere di dire che la primavera ‘sta arrivando’. La primavera è già qui.
Certo, ci sono delle cose tristi, ma la primavera è gioia. Non ci garantisce che proveremo soltanto gioia, ma siamo riconoscenti che questa gioia esista. La gioia del Signore è un mattino di primavera, quando gli uccelli si staccano dalle piccole mangiatoie per andare a cantare nei boschi. Ascoltate attentamente, perché la primavera porta con sé un messaggio importante. Ripete continuamente: Vivete!
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