Cosa porta la fine di una relazione? Tristezza, sconforto, dubbi, ma anche rabbia. Una donna lasciata non può fare a meno di provare rabbia. Ci sarà quella che prima entrerà in uno stato di apatia e solo dopo un po’ ne uscirà per iniziare a provare rabbia. Ci sarà, invece, quella che partirà subito con la rabbia, senza passare prima dall’apatia.

Provare rabbia, comunque, è un passaggio forzato! O in un secondo momento o da subito, questo sentimento nascerà in qualsiasi creatura femminile abbandonata dal proprio compagno. Cosa fare con questa emozione? Ci sono diverse scuole di pensiero terapeutiche a proposito. C’è chi suggerisce di controllarla, chi propone di combatterla e chi consiglia di rimpiazzarla con il perdono.
La rabbia è un impulso biologico insopprimibile. Fa parte dell’istinto di conservazione. Protegge chi la prova, per evitare che ricada in una sofferenza o in un pericolo già vissuti. In altre parole, una volta che è nata, cercare di bloccarla, combatterla o sostituirla col perdono non è sano. Bisogna soltanto sfogarla, buttarla fuori.
Esistono alcuni esercizi che permettono al tuo organismo di sputare fuori la rabbia senza usare modalità distruttive, senza farti diventare un’assassina o un soggetto socialmente pericoloso. Puoi fare tutto da sola. Devi solo trovare i posti adatti, ritagliarti dei momenti e lasciarti veramente andare, senza alcuna paura o censura. Ecco un suggerimento: la lettera che nessuno vorrebbe ricevere.
Scrivi una lettera in cui dici al tuo ex tutto quello che pensi. Traduci senza censure il tuo pensiero in parole. Digli:

  • cos’è per te;
  • cosa non è stato capace di darti;
  • tutti i suoi difetti;
  • cosa speri che gli succeda;
  • cosa ha perso lasciandoti;
  • le brutte cose che hai fatto o detto alle sue spalle;
  • tutte le bugie che gli hai detto.

Imbusta la lettera e completa il tutto segnando il suo indirizzo. Poi decidi cosa farne. Potresti:

  • imbucarla subito;
  • immaginare soltanto di leggerla al tuo ex;
  • decidere di tenerla in un cassetto, pronta per essere spedita non appena ne senti il bisogno;
  • bruciarla, immaginando che con essa vada in fumo anche il tuo risentimento;
  • andare sopra una montagna, stracciarla in tanti pezzettini e lasciare che il vento se li porti via.

Appena praticherai una qualsiasi di queste opzioni, ti sentirai subito più leggera. Appurato che la rabbia va fatta uscire, è altrettanto importante che esca il prima possibile. Non c’è tempo da perdere! Più resta dentro e più rischia di produrre “guasti” fisici, psichici e relazionali.

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