Che cos’è il sonno? Sappiamo che il 30% della nostra esistenza è dedicato a dormire. Il sonno è determinante per la crescita, la maturazione cerebrale, lo sviluppo delle facoltà cognitive, la regolazione delle secrezioni ormonali e il riposo del sistema cardiovascolare.
Perché dormiamo? La risposta è semplicissima: per recuperare! In fase di riposo entrano in gioco numerosi meccanismi fisiologici: secrezioni ormonali, rigenerazione muscolare, riorganizzazione dei collegamenti tra neuroni. Un sonno di cattiva qualità esercita dunque un impatto su:
- vigilanza e rischi di sonnolenza diurna;
- disturbi dell’attenzione nei bambini (ADD);
- ricostituzione delle riserve energetiche nelle cellule nervose;
- produzione di ormoni della crescita;
- regolazione di funzioni come la glicemia (rischio di diabete e sovrappeso);
- eliminazione delle tossine e delle scorie prodotte dall’apparato respiratorio, cardiovascolare e ghiandolare;
- stimolazione delle difese immunitarie;
- regolazione dell’umore e dell’attivazione dello stress;
- meccanismi di apprendimento e memorizzazione.
Il sonno del giorno è meno ristoratore rispetto a quello della notte, perché poco adatto ai nostri ritmi cronobiologici. Genera dunque un debito di sonno da una a due ore al giorno, da cui le difficoltà ad addormentarsi. Chi per esempio presta assistenza notturna subisce sveglie frequenti non compatibili con i cicli del sonno. Queste sveglie alterano il ritmo sonno-veglia, cosa che implica un bisogno di recuperare durante la giornata. Ci sono poi gli spostamenti in aereo, che coprono vari fusi orari e provocano il fenomeno del jet lag, il quale si somma a un’agenda frenetica.
Un’alterazione della qualità o una diminuzione della quantità di sonno possono provocare un abbassamento della vigilanza. In auto la sonnolenza è la causa del 20-30% degli incidenti stradali. Implica infatti un rallentamento del tempo di reazione, un diverso campo visivo ed errori di giudizio, da cui rischi sconsiderati.
Anche la nostra quotidianità influenza il sonno. Esiste uno stretto legame tra sonno, stato di veglia e certe attività, ragion per cui le conseguenze sulla qualità delle nostre notti possono essere pesanti.
Come dormire meglio
La regolare pratica di un’attività fisica (da un’ora a un’ora e mezza tre volte alla settimana) aiuta a migliorare la qualità del sonno. Attenzione però: Non praticate sport dopo le 20.
- Alla sera evitate qualsiasi sostanza eccitante: caffè, tè, cola, vitamina C. Evitate inoltre pasti troppo abbondanti e alcol.
- Alla sera preferite attività rilassanti: bagno tiepido (almeno due ore prima di coricarsi), lettura, tisane, musica dolce.
- A letto evitate la televisione, il lavoro o i pasti e utilizzate programmi di meditazione legati all’addormentamento.
- Prestate attenzione ai segnali del sonno: sbadigli, occhi che prudono ecc. e scoprite il vostro ritmo del sonno, rispettandolo.
- Prima di coricarvi, aspettate di avere sonno.
- Evitate i sonnellini durante il giorno.
- Se al mattino vi svegliate molto presto, alzatevi e cominciate la giornata; non cercate di riaddormentarvi a tutti i costi.
- Non utilizzate farmaci per dormire senza prima rivolgervi al medico.
- Attenzione al rumore! Quando dormiamo l’organismo si riposa, ma seguita a ricevere stimoli dal mondo esterno. Il rumore è causa di risvegli e difficoltà di addormentamento.
Tratto da:
Image credits: Adam Van Spronsen/Shutterstock.com