Le arti divinatorie tradizionali come i tarocchi di Marsiglia, l’astrologia occidentale e orientale, o ancora l’I Ching, possiedono innanzitutto un carattere esoterico. Il loro oggetto principale è la conoscenza di sé. Non si tratta, quindi, di utilizzarle per scoprire un qualsiasi destino, quanto piuttosto di mettere in luce le costruzioni consce e inconsce di ciascuno. La loro filosofia insegna che l’Uomo è artefice della propria vita. Il loro scopo è restituire a ciascuno la possibilità di essere padrone della propria esistenza. Una volta che si è consapevoli delle possibilità di azione offerte e dei limiti, è più facile valutare le probabilità di riuscita o, al contrario, la difficoltà o addirittura l’inaccessibilità del compito.
I tarocchi operano sul registro simbolico. Prendono a prestito simboli per lo più visivi, ma allo stesso tempo si sviluppano intorno al significato dei numeri e al valore semantico delle parole. Lo studio interpretativo consiste nel restituire il messaggio latente contenuto nel materiale manifestato. Il che equivale a sostituire al codice dei tarocchi il codice della parola. Facciamo un esempio.
Il mago
La prima lama dei tarocchi di Marsiglia raffigura un giovane uomo in piedi, a gambe divaricate. La posizione del personaggio indica l’attività da svolgere per realizzarsi. Il Mago non è uno spettatore, ma un attore che deve partecipare appieno alla sua esistenza. Le gambe divaricate, in compenso, esprimono immobilismo e indecisione.
Il cappello a forma di lemniscata (otto allungato) evoca l’apertura mentale del personaggio. Il verde lo pone in rapporto con le forze della natura e gli conferisce una mente pura, giusta, sensibile e ricettiva.
Il tavolo color carne indica che il lavoro del Mago dev’essere effettuato sul piano umano. Il fatto che esso abbia solo tre gambe può essere interpretato come simbolo di una posizione instabile, a sottolineare che gli inizi sono sempre incerti. Il tre rinvia anche all’aspetto sacro della Trinità e, in questa prospettiva, ha l’effetto di “sublimare” l’opera del personaggio. La superficie è molto più di un semplice piano di lavoro: essa raffigura l’Universo nella sua totalità, poiché sostiene le quattro energie costitutive del Mondo, che ritroviamo anche nella serie delle lame minori: denari (Terra), bastoni (Fuoco), coppe (Acqua) e spade (Aria).
Il numero 1 assegnato al Mago evoca la creazione, la nascita, la venuta al mondo. L’Uno esprime anche l’unicità, il Tutto, la compiutezza. Il Mago si trova nella presa di coscienza della sua condizione umana, che è fondamentalmente la solitudine: ogni essere viene al mondo solo e lo lascia nella stessa maniera.
In quanto prima lama, il Mago apre i tarocchi e colloca l’essere umano di fronte alle sue potenzialità, in un caos che deve organizzare. La lama pone l’individuo in posizione di soggetto, implicando il lavoro che dovrà compiere da sé nella costruzione della propria personalità. Essa incarna, d’altro canto, l’infanzia nella sua funzione storica e strutturale, l’infanzia con tutto ciò che contiene: promesse, ma anche incertezze. Il Mago è infine simbolo della creazione e dell’edificazione dell’Ego, vale a dire della personalità individuale.
Significato psicologico
L’arcano I si ricollega alla nascita e al risveglio dell’essere umano. Esprime la ricchezza, la diversità e la molteplicità degli elementi e delle possibili vie di evoluzione. Mostra la necessità di ricondurre l’irregolare al regolare, il disordine all’ordine, il plurale al singolare. Il progetto essenziale del Mago è l’Unità, la perduta origine da ritrovare.
Un altro principio fondamentale è contenuto nell’arcano I: quello del lavoro. L’attività è necessaria allo sviluppo dell’essere umano. La questione non è compiere sforzi costosi e dolorosi, quanto partecipare in modo agevole e piacevole ai ritmi dell’Universo. Il lavoro dell’uomo è a immagine di quello della Natura: si inserisce in un ordine delle cose e collabora all’organizzazione e al buon funzionamento del Mondo. La prima lama definisce la natura dell’attività da esplicare sugli elementi per edificare se stessi.
Il Mago invita a non considerare più la fatica sotto il suo aspetto costrittivo e angoscioso, ma a riscoprirne la dimensione positiva. Il lavoro eleva se è amore, svilisce se è fardello e dolore. Il Mago di fronte al suo tavolo, come davanti a un banco da lavoro, diviene artefice della vita, della sua vita. Diviene padrone del proprio destino, decide il suo avvenire, forgia la sua esistenza. È la positività dei suoi atti che contribuisce alla realizzazione del suo essere.
Desideri, paure e sentimenti
Carta diritta: hai voglia di innovare, creare, lanciarti in nuovi progetti. Il tuo desiderio di intraprendere è al massimo. Aspiri a un rinnovamento della tua vita, del tuo ambiente o della tua persona. Hai uno stato d’animo positivo. Confidi nella tua capacità di lavoro e nel tuo potere di realizzazione.
Carta capovolta: manchi di motivazione, di entusiasmo e di tendenza ad agire. L’assenza di progetti, di scopi e di idee ti impedisce di affrontare il futuro con fiducia. Il tuo stato d’animo è negativo e “vecchio”. Hai paura dello sforzo da compiere o delle sfide da raccogliere. Tendi ad aspettare che le cose arrivino da sole. Hai la sensazione di essere vecchio, scartato dalla vita.
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