Nel 2002, in seguito a un grave infarto, don Miguel Ruiz rimane in coma per nove settimane. Mentre il suo corpo giace privo di sensi, lo spirito di don Miguel incontra le persone, le idee e gli eventi che lo hanno plasmato, gettando una luce sull’eterna lotta tra la vita, che è verità ed energia infinita, e la morte, la materia e la conoscenza soggettiva, una lotta che tutti siamo chiamati ad affrontare. Eccone un brano in anteprima.
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Le idee e il pensiero innovativo sono meraviglie dell’umanità ma, quando le idee si combattono l’una con l’altra, le menti perfette sono messe in pericolo. Se ogni essere umano avesse una malattia evidente, visibile, come per esempio un grave sfogo cutaneo, se tutti coloro che sono su questa Terra avessero sul corpo delle piaghe che suppurano e stillano sangue su ogni centimetro di pelle, allora potremmo ragionevolmente dire che l’umanità è malata. Ebbene, le ferite che lacerano il pensiero umano non sono visibili, ma sono tanto reali e numerose da poter ragionevolmente dire che l’umanità è malata. I traumi e le delusioni infantili continuano a paralizzare degli adulti che altrimenti sarebbero sani. Il senso di colpa, la vergogna e la continua lamentela trasformano tutti in vittime. Il giudizio costante rende la gente meschina e il pensiero dell’ingiustizia la rende perennemente arrabbiata.
Tutte le guerre politiche e culturali iniziano nella mente di una persona, e quella mente vuole compagnia. Noi vogliamo amici che la pensino come noi. Le ondate di aggressività di solito si sviluppano tra le mura domestiche, dove sorge un pensiero, si propaga con una conversazione e poi diventa una parola d’ordine. Le ferite psicologiche di una persona si trasmettono a un’altra e poi a molte altre. La mente ferita, però, non è così ferita come le piace pensare.
Non c’è nulla che sia buono o cattivo, a renderlo tale è il pensiero. Non so se Shakespeare credesse a ciò che scriveva, ma avrebbe potuto andare oltre. In effetti, non esiste il buono e il cattivo, il giusto e l’ingiusto. Genitori e insegnanti ci hanno insegnato a rispondere alla vita secondo le loro idee di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e siamo ancora legati a quelle regole. Senza quei limiti, noi siamo liberi di sperimentare e di vedere. Senza l’intrusione delle opinioni è possibile rispondere autenticamente. È irrilevante se qualcosa sia buono o cattivo, se qualcuno sia giusto o ingiusto. È ciò che è.
Tutto è. La vita è. Tu sei. Io sono. Possiamo scegliere di partecipare al sogno di qualcuno o di girarci dall’altra parte, ma non c’è nessuna ragione valida per giudicare. Cosa sono io? Una volta me lo chiedevo. Non lo so e non lo saprò mai. Non ho opinioni su me stesso, benché tutti attorno a me ne abbiano chiaramente una. La gente esprime opinioni e giudizi che non hanno nulla a che fare con Miguel o il suo sogno. Eppure, io esisto nella loro immaginazione. La gente pensa di sapere cosa guidi la mente degli altri e quali siano i sentimenti nei loro cuori. I loro sogni sono popolati da amici e nemici immaginari, ma c’è solo un personaggio che può essere capito e trasformato: il personaggio principale della loro storia. Ognuno è in grado di vedere se stesso e di modificare ciò che vede, non perché nota un’imperfezione, ma perché si accorge di un potenziale infinito.
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