Il sale per mantenersi in vita è fondamentale tanto quanto l’ossigeno e l’acqua. Ha una storia vecchia come il mondo. Nel 450 a.C. Ippocrate riconosceva il valore terapeutico del sale e raccomandava spesso rimedi a base di quest’oligoelemento per curare varie affezioni, tra cui infezioni, congestioni o malattie della milza. Oggi lo si utilizza in medicina per reidratare i pazienti, nello specifico con soluzioni intravena.

saleChe cos’è il sodio?
Il sodio è di fatto il principale catione (ione positivo) che troviamo prevalentemente (60%) nel liquido interstiziale (tra le cellule), quantunque ve ne sia in piccole quantità anche all’interno di ciascuna cellula. Questo minerale lavora in stretto contatto e in maniera equilibrata con il potassio, un minerale presente nelle cellule in maggiori quantità. Tra i suoi numerosi ruoli il sodio deve garantire l’equilibrio acido-base, mantenere la pressione osmotica dei liquidi interni, contribuire alla trasmissione nervosa e alla permeabilità cellulare, consentire la produzione dell’acido cloridrico nello stomaco e fungere da mezzo di trasporto degli aminoacidi dall’intestino al sangue.

Sale raffinato vs. sale non raffinato
Il sale in commercio viene estratto meccanicamente dalle miniere di sale e trattato in seguito con vari prodotti chimici, tra cui acido solforico o cloro, per eliminare le impurità. Si estrae l’umidità grazie a un deumidificatore, che ha l’effetto di destabilizzare la struttura molecolare del sale. Vi si aggiungono poi additivi come ferrocianuro di sodio, citrato di ammonio e silicato di alluminio, per prolungarne la vita e conferirgli un aspetto più bianco. Si incorpora quindi del destrosio (zucchero) ai composti iodati e fluorati, per stabilizzare lo iodio e il sale. Il prodotto finale è un sale puro al 99,95%. Rimane soltanto il sodio, perché il cloro e tutte le impurità sono state eliminate, compresi i preziosi oligoelementi.
Di conseguenza, questo tipo di alimento è acidificante e devitalizzante. L’estrazione del sale marino non raffinato invece non viene sottoposta a una serie di trasformazioni, per cui questo sale può conservare i suoi oligoelementi (all’incirca 80), tra cui Na (33%) e Cl (50,9%), i minerali (1,8%) e l’umidità (14,3%). Il sale marino celtico o quello dell’Himalaya sono i più interessanti, perché estratti secondo metodi molto antichi. Occorre altresì dire che i minerali provenienti dall’acqua di mare sono considerati ioni organici assimilabili dall’organismo e con un effetto alcalinizzante.

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