Annamalai Swami (1906-1995) ha incontrato Ramana Maharshi nel 1928, dopo che ne ebbe una visione in sogno. La prima volta che gli fece visita, Bhagavan lo guardò in silenzio per diversi minuti, infondendogli una profonda sensazione di pace. Una decina di giorni dopo, Annamalai gli chiese come avrebbe potuto raggiungere la realizzazione del Sé. La risposta fu: “Se abbandoni l’identificazione con il corpo e mediti sul Sé puoi raggiungere la realizzazione”. Quindi Bhagavan sorprese Annamalai aggiungendo: “Ti stavo aspettando. Mi stavo chiedendo quando saresti arrivato”.
Nel 1938, dieci anni dopo il suo arrivo a Tiruvannamalai, Swami Annamalai ricevette l’ordine da Bhagavan di lasciare l’ashram e di trasferirsi in una capanna isolata per impegnarsi in un’intensa pratica spirituale che, per la grazia del suo guru, lo condusse alla realizzazione del Sé.

ramana-annamalaiEcco un piccolo estratto dal suo diario, scritto nel 1938, dove Annamalai riporta alcune conversazioni tra Ramana Maharshi e i visitatori dell’ashram:

Le seguenti domande furono poste da una signora americana dall’aspetto aristocratico. Le risposte di Bhagavan sono un succinto riassunto dei suoi insegnamenti pratici.
Domanda: Qual è la verità che devo conseguire? Ti prego di spiegarla e mostrarmela.
Bhagavan: Ciò che dobbiamo conseguire e ciò che è desiderato da tutti è in!nita felicità. Sebbene cerchiamo di conseguirla in vari modi, non è qualcosa che si può cercare o conseguire come una nuova esperienza. La nostra vera natura è il sentimento “io” che è sempre sperimentato da tutti. È all’interno di noi e da nessun’altra parte. Sebbene lo stiamo sempre sperimentando, le nostre menti stanno vagabondando, sempre alla ricerca di ciò, pensando nell’ignoranza che sia qualcosa di separato da noi. È come una persona che con la sua stessa lingua dice di non avere la lingua.
Domanda: Se è così, perché sono state create così tante sadhana (pratiche spirituali)?
Bhagavan: Le sadhana sono state formate soltanto per liberarsi del pensiero che ciò sia qualcosa di nuovo da conseguire. La radice dell’illusione è il pensiero che ignora il Sé e che invece pensa: “Io sono questo corpo”. Dopo che questo pensiero sorge si espande in un attimo in parecchie migliaia di pensieri e vela il Sé. La realtà del Sé risplenderà soltanto se tutti questi pensieri verranno rimossi. In seguito, ciò che rimane è soltanto Brahmananda (la beatitudine di Brahman).
Domanda: Ora sto sedendo pacificamente senza il pensiero “Io sono questo corpo”. È questo lo stato della realtà?
Bhagavan: Questo stato deve rimanere così com’è senza alcun mutamento. Se cambia dopo un po’ allora saprai che gli altri pensieri non sono scomparsi.
Domanda: Qual è il modo di liberarsi degli altri pensieri?
Bhagavan: Possono essere rimossi soltanto attraverso il potente effetto dell’indagine: “A chi sono giunti questi pensieri?”.

Tratto da: Conversazioni con Ramana Maharshi, dal diario di Annamalai Swami.