Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), istituita dall’ONU nel 1992, un’occasione per sensibilizzare persone e istituzioni sull’importanza di questo liquido vitale per la sopravvivenza del pianeta. L’acqua è di fatto indispensabile. In tutti gli esseri viventi rappresenta il costituente più importante; il corpo umano ne contiene addirittura il 70% in media. L’acqua è coinvolta in tutti i processi biologici: senza la sua presenza il corpo non sarebbe in grado di svolgere le sue funzioni (il metabolismo, la traspirazione e la respirazione).
L’acqua buona dovrebbe essere un liquido inodore, insapore, incolore, se considerato in piccola quantità, e, se osservato in massa, di tinta verde-azzurra per via dell’assorbimento della luce. Come distinguere l’acqua buona da quella cattiva? Spesso, in particolare nelle grandi città, non è difficile valutare il liquido dalle caratteristiche ambigue che esce dal rubinetto: odore pungente di cloro o di altro disinfettante, aspetto lattiginoso e perfino occasionalmente una colorazione marroncina causata da infiltrazioni nelle tubature dopo forti piogge.
Ciò detto, oggigiorno di solito l’acqua del rubinetto è dichiarata potabile, pur presentando i difetti di odore e aspetto dovuti alle sostanze disinfettanti in essa contenute per poter, appunto, garantire l’innocuità per l’essere umano. Per l’acqua maleodorante di cloro possiamo dunque tranquillamente applicare la saggezza della nonna: trattandosi di un gas volatile, basta far riposare l’acqua in recipienti aperti e l’odore invadente sparirà dopo qualche ora. Travaseremo poi l’acqua così purificata in una caraffa, facendola ossigenare e riacquistare la sua vitalità naturale.
Limitiamo l’inquinamento dell’acqua
Oggi l’acqua viene contaminata in mille modi, sia a livello industriale che a livello domestico. Data però la sua fondamentale importanza nella nostra vita, dovremmo cercare di arginare il più possibile i danni causati dall’attività umana. Ecco un paio di esempi di come è possibile cooperare per la protezione dell’ambiente in ambito casalingo.
Nel w.c. dovrebbe finire solo quello… per cui è stato ingegnosamente inventato e costruito! Ciononostante, c’è ancora chi vi getta allegramente di tutto: una tirata d’acqua e assorbenti, pannolini, cibo andato a male e chissà cos’altro spariscono magicamente dalla vista; lo scroscio dell’acqua sembra quasi liberatorio: abbiamo fatto pulizia!
Inevitabilmente si verificherà prima o poi anche un intasamento che, a sua volta, generalmente viene combattuto con sostanze chimiche fortemente aggressive reperibili in commercio. Raramente prendiamo in considerazione il fatto che ci sarà presentato il conto in termini di inquinamento delle acque. I sistemi di depurazione dell’acqua spesso non riescono più a far fronte ai rifiuti scaricati; i fiumi, i laghi e il mare sono stracarichi di materie inquinanti, che l’ecosistema non riesce più a smaltire. Così, alla fin fine, ci troviamo nel bicchiere quello che ci meritiamo.
Una semplice misura di prevenzione delle ostruzioni che si verificano in seguito a comportamenti di cui sopra sarebbe quindi, in primo luogo, quella di usare i contenitori appositi per i rifiuti solidi. Se invece avete la coscienza a posto in questo senso (vale a dire che non considerate la tazza del water un bidone delle immondizie), il problema può essere riconducibile semplicemente a tubature vecchie e inadeguate o addirittura a un pozzo nero strapieno. Nel primo caso sarà da consultare un idraulico, nel secondo caso è ovvio che bisognerà provvedere all’immediato svuotamento del pozzo nero.
Ma in bagno si può fare anche altro per limitare l’inquinamento dell’acqua. Se vi siete accorti che l’acqua si mostra sempre più restia a sparire nello scarico del lavandino, non lasciatevi prendere dall’entusiasmo della nuova pubblicità di liquidi e polveri magiche in grado di salvarvi da questa disgraziata situazione. Certo, niente di più facile che versare nello scarico queste sostanze, per sciogliere gli ingorghi. Ma usare questi prodotti chimici comporta sempre un rischio, poiché si tratta di sostanze molto corrosive e fortemente alcaline. I produttori stessi sono costretti ad avvertire sull’etichetta che, adoperando queste sostanze, conviene proteggersi con guanti di gomma e occhiali (figuriamoci allora il caso di un’ingestione accidentale da parte di bambini).
I prodotti in polvere hanno come componente attivo soprattutto l’idrossido di sodio che, sciogliendosi in acqua, sviluppa un forte calore (fino a 80°C circa!) e comporta così la dissoluzione dell’ammasso formatosi. Per evitare reazioni chimiche pericolose vanno aggiunti altri ingredienti come i nitrati. Questi, una volta scaricati nelle acque nere, aumentano ulteriormente l’inquinamento ambientale.
Esalazioni nocive per i nostri polmoni, schizzi di soda caustica calda che provocano ustioni sulla pelle e agli occhi, l’inquinamento delle nostre acque in incremento a causa delle sostanze chimiche che gettiamo in modo così indiscriminato negli scarichi… si tratta di un elenco di situazioni certo non molto simpatiche.
Sarebbero sufficienti pochi accorgimenti per evitare tutto questo, per esempio un semplice filtro di metallo o plastica appoggiato sullo scarico del lavandino o della vasca da bagno, che aiuti a trattenere gran parte dei capelli e le altre particelle solide. Se, per esempio nel caso di tubature vecchie, si forma comunque gradualmente un ammasso di materia nei tubi o nel sifone, è consigliabile adoperare regolarmente o al primo segno di uno scolo più rallentato la ventosa di gomma; questa lavora sul principio pneumatico, perciò è necessario chiudere prima dell’operazione la bocchetta di scarico del troppopieno con uno straccio o con una spugnetta bagnata. Fate scorrere un po’ di acqua nel lavandino e muovete poi l’attrezzo con decisione su e giù; quando sentite il risucchio della ventosa, sapete che state lavorando correttamente: la semplice aria, spostata con forte pressione all’interno delle tubature, spingerà via l’ostruzione.
Un altro metodo preventivo consiste nel versare ogni tanto dell’acqua bollente assieme a una manciata di sale negli scarichi (un’operazione che tra l’altro previene anche la formazione di cattivi odori causati spesso da un cumulo batterico, specie in cucina). Un risultato efficace in caso di ostruzioni si ottiene anche con la seguente tecnica: versate nello scarico cinque-sei cucchiai di soda (carbonato di sodio) o di bicarbonato di sodio assieme a qualche cucchiaio di sale. Fate seguire una buona dose di aceto, il che avrà come conseguenza una grande produzione di schiuma frizzante. Nel frattempo potete anche cominciare a togliere dei depositi, adoperando uno spazzolino da denti fuori uso; quando la reazione chimica sarà terminata, versate una buona quantità di acqua bollente o lasciate comunque scorrere l’acqua calda per un po’. In casi gravi adoperate anche la ventosa e ripetete l’operazione.
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