A una settimana dai fatti parigini montano i dubbi sull’autenticità degli attentati, che sembrano un tentativo di incendiare quello “scontro di civiltà” formulato da Bernard Lewis per il Consiglio di Sicurezza Nazionale USA e poi reso noto dal famoso testo di Samuel Huntington dall’inequivocabile titolo The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order. E la verità, forse, sta proprio nel sottotitolo del libro di Huntington: un tentativo in fase avanzata di ridisegnare un “Nuovo Ordine Mondiale”.
La verità in tasca non ce l’ha nessuno, ma la capacità di compiere ragionamenti logici e lineari sì. Dunque mi auguro che molti lettori mi seguiranno sulla linea di ragionamento che proverò a portare avanti relativamente agli attentati francesi.
Partiamo anzitutto dalla consapevolezza che, come scrivo a pagina 234 di Euroballe, i media mondiali sono in mano a 6 (dicasi sei!!!) mega multinazionali dell’informazione (GE, News Corp, Disney, Viacom, Time Warner, CBS). Da chi sono controllate queste sei megacorporation? Da Paperino? Dai suoi nipoti Qui, Quo, Qua? O forse da Paperoga? No, sono controllate dall’élite, attraverso quelli che vengono definiti tecnicamente “gradi di separazione”, cioè loro uomini e società di comodo. È evidente dunque che tutte le notizie che vanno a finire sui media (che sono mezzi di distrazione di massa. Bisogna capirlo) vengono date in pasto al popolo bue con finalità ben precise. Altrimenti si potrebbe benissimo parlare, tanto per dirne una, dei 25.000 morti al giorno causati da fame e malattie di cui chi controlla tutto è responsabile e che invece non vengono mai nominati.
Ho molti, moltissimi dubbi, sul fatto che gli attentati di Parigi siano stati progettati e realizzati da qualche fondamentalista islamico. La cosa non si può escludere in senso assoluto, visti i ripetuti attacchi portati al mondo musulmano dall’11 settembre in poi, e poiché i “terroristi”, esasperati, non hanno neppure un campo di battaglia su cui combattere il nemico (i coraggiosissimi americani, responsabili in Iraq della morte di 650.000 civili, combattono con droni pilotati da basi militari che si trovano sul proprio suolo), la sola opzione che rimane loro è quella del cosiddetto terrorismo.
L’altissima esposizione mediatica che i fatti parigini hanno avuto, tuttavia, con corollario di presidenti democratici in corteo, attori, sportivi e gente comune che da una settimana non fanno che andare in giro con l’ipocrita cartello “Je suis Charlie” (io proprio no. “Non sono Charlie” come “non ero americano” dopo le Twin Towers), conferma a mio modo di vedere l’esatto contrario, e cioè che si vuole creare un caso, esattamente come si è creato il caso 11 settembre, con tutto ciò che ne è seguito.
Si può davvero credere che questi terribili fondamentalisti assassini se ne vanno in giro con i documenti in tasca e che, colmo della sfortuna, li perdono proprio mentre compiono l’attentato? Dobbiamo fidarci delle dichiarazioni di una vignettista del giornale secondo la quale i “terroristi” si dichiaravano membri di Al Quaeda? Se pensiamo che la Cia o chi per lei, tra le altre cose, ha addestrato i Taliban, che le Torri Gemelle non sono state di certo fatte saltare in aria da 19 arabi con il taglierino in mano (ma abbiamo attaccato Afghanistan e Iraq e non l’Arabia Saudita, alleato principe degli Usa nel mondo arabo), che Gheddafi fino a un mese prima dell’attacco alla Libia era accolto con gli onori da tutti i capi di Stato occidentali; ancora, se pensiamo alla Somalia, all’Iran, alla Siria, alla “primavera araba” finanziata dalla Cia, all’Egitto in cui i “Fratelli Musulmani” vincitori delle prime libere elezioni di quel paese sono stati fatti fuori grazie al generale Al Sisi (con l’appoggio occidentale), se pensiamo a tutto questo e a tanto altro ancora, a me la strategia pare chiara come il sole: depistare l’opinione pubblica e creare una sacca di tensione che ovviamente sfocerà da qualche parte. Vedremo più avanti dove.
È così difficile legare quanto sopra al fatto che i capi di Stato che hanno sfilato in corteo non rappresentano i loro popoli ma le Troike e gli organismi finanziari che governano il mondo? Che questi organismi sono gli stessi che stanno facendo la guerra ai popoli europei partendo dalla Grecia? Che sono gli stessi che stanno facendo di tutto per impedire a Tsipras di vincere le elezioni? Che sono gli stessi che stanno facendo di tutto per impedire a Marine Le Pen (alla quale, molto democraticamente, essendo fascista e non facendo il gioco delle oligarchie finanziarie, non è stato permesso di partecipare al corteo), di vincere le prossime elezioni francesi? Che sono gli stessi che nella primavera 2013 misero in scena una oscena campagna mediatica contro il premier ungherese Viktor Orban (andate a leggervi perché da pagina 122 a pagina 131 di Euroballe)? Potremmo andare avanti citando le “invenzioni” dei famigerati Boko Haram, Isis ecc. (che in alcuni periodi ammazzano a destra e a manca, mentre in altri non fanno nulla. Immagino andranno in vacanza a riposare).
Insomma, è così difficile vedere e capire chi ha interesse a un mondo destabilizzato e in stato di guerra permanente, a una devastazione ambientale, a un controllo assoluto su cibo, energia, medicina, ecc., a misure di sicurezza sempre più restrittive, a povertà e miseria da un lato e ricchezza e controllo dall’altro, per arrivare (e temo non manchi molto) a quello che viene chiamato Nuovo Ordine Mondiale, con il suo governo unico mondiale, la sua moneta unica mondiale, il suo esercito unico mondiale?
Per concludere, questa enorme messinscena ci dice anche qualcos’altro, e cioè che il livello di rincoglionimento delle popolazioni occidentali è talmente avanzato che Lorsignori si possono permettere questo e altro. Se qualcuno non avesse ancora capito tutto questo, gli suggerisco di buttare la TV e non leggere giornali per disinquinare il proprio cervello e tornare in grado di fare ragionamenti semplici e lineari. A quel punto sarà facilissimo vedere come stanno davvero le cose. In attesa di quella III Guerra mondiale che stanno già preparando (e non la preparano i “terroristi”).
Andrea Bizzocchi