“Chi sono io?” secondo Ramana Maharshi, uno dei più amati saggi dell’India moderna, è la domanda alla base del processo che permette di percorrere il “Sentiero della Conoscenza”, di acquietare la mente. Per mezzo dell’indagine “Chi sono io?”, dopo aver negato tutto ciò che “non si è” (il corpo grossolano, i cinque organi di senso conoscitivi, le cinque energie vitali, la mente che pensa), rimane soltanto ciò che siamo davvero, la Consapevolezza.
Chi sono io? è anche il titolo dato alla raccolta di risposte riguardanti l’indagine sul Sé date da Ramana a M. S. Pillai, nel 1902. Sri Pillai, laureato in filosofia, durante una visita di lavoro a Tiruvannamalai (all’epoca era funzionario dell’Ufficio delle Imposte) raggiunse la caverna Virupaksha, sulla sacra collina Arunachala e incontrò Ramana Maharshi. Cercò la sua guida spirituale e sollecitò risposte a domande concernenti l’indagine sul Sé. Poiché a quel tempo Bhagavan non parlava, rispose alle domande per iscritto. In seguito, Shivaprakasam Pillai diede un ordine alle domande e alle risposte e lo sottopose a Bhagavan per ottenerne l’approvazione.
Ecco come Ramana rispose alla domanda “Che cos’è la felicità?”:
La felicità è la natura stessa del Sé; la felicità e il Sé non sono diversi. Non c’è felicità in alcun oggetto del mondo. È solo attraverso la nostra ignoranza che immaginiamo di ricavare felicità dagli oggetti. Quando la mente si proietta all’esterno, sperimenta miseria. In verità, quando i suoi desideri sono realizzati, ritorna alla propria sede e gioisce la felicità che è il Sé. Similmente, nello stato di sonno, nel samadhi e nello svenimento, quando l’oggetto desiderato è ottenuto, o l’oggetto sgradevole viene rimosso, la mente si dirige all’interno e gioisce la pura felicità del Sé. Così la mente si muove senza riposo uscendo alternativamente dal Sé e ritornandovi. Sotto l’albero l’ombra è piacevole; al sole il calore è bruciante. Una persona che si è aggirata sotto il sole sente fresco quando raggiunge l’ombra. Chi continua a uscire dall’ombra e a dirigersi sotto il sole e poi ritorna all’ombra è uno sciocco. Un uomo saggio rimane permanentemente all’ombra. Similmente, la mente di colui che conosce la verità non lascia Brahman. Al contrario, la mente dell’ignorante si aggira nel mondo, sentendosi miserabile e dopo un po’ di tempo ritorna a Brahman per sperimentare la felicità. In effetti, ciò che è chiamato mondo è soltanto pensiero. Quando il mondo scompare, cioè quando non c’è pensiero, la mente sperimenta felicità e quando il mondo appare, attraversa miseria.
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