È un punto che accomuna tutti i bambini: c’è un momento in cui i bambini iniziano a presentare dei rifiuti verso alcuni alimenti. Di solito questo avviene dopo l’entrata a scuola, quando iniziano a confrontarsi con gli altri coetanei in modo più cosciente e iniziano a innescare i meccanismi di crescita personale che di solito sono volti all’imitazione e alla sperimentazione.
Capita così che di punto in bianco il nostro bambino faccia i “capricci” sul cibo: ciò che prima mangiava volentieri ora non lo vuole più e ciò che prima veniva servito senza problemi ora diventa un problema.
Tendenzialmente il grosso delle difficoltà sembra concentrarsi sul colore “verde”: tutto ciò che si presenta di verde, sia essa una foglia di insalata o una zucchina o un prezzemolo tritato, incontra resistenze incrollabili. Ecco quindi che le verdure, ma capita anche ai legumi, diventano gli alimenti più facilmente presenti nella lista nera dei nostri ragazzi.
Quindi che fare?
Innanzitutto, occorre prendere coscienza che questa è una reazione comune a tutti i bambini in crescita e non solo a nostro figlio.
Non è colpa di ciò che proponiamo o non proponiamo. Il cibo infatti, ci insegnano gli esperti sul campo, è vissuto come vero e proprio terreno di confronto e scontro e spesso è usato dai più piccoli come strumento per far emergere la propria personalità.
Ciò non toglie tuttavia che una modificazione dell’atteggiamento verso il cibo rappresenti a volte l’espressione di un disagio o di un bisogno riscontrato dal bambino nel momento di confronto con l’esterno, gli amici, la scuola, le stesse regole imposte in casa. Quindi lungi dal sottovalutare la situazione, i momenti di rifiuto più o meno prolungati meritano l’attenzione del genitore che a sua volta non deve far diventare il cibo un ricatto o peggio ancora un motivo di gratificazione.
La vera strategia in questi casi è mantenersi coerenti, con l’utilizzo di alcuni accorgimenti:
Il nostro esempio
In un momento di confronto la coerenza del genitore è tutto. Ribadire dunque con serenità che in casa si mangiano queste pietanze e servire costantemente verdure e legumi anche se non graditi a nostro figlio è un modo per ribadire la nostra posizione su un punto che riteniamo importante.
Eccezioni alla regola
Essere flessibili è la vera e unica regola fondamentale per superare questi rifiuti. Non succede nulla alla salute di nostro figlio se ogni tanto fa delle eccezioni consumando alimenti che ha visto dai compagni e dagli amici. L’intransigenza dei genitori può nel caso di rifiuti radicali portare al risultato opposto di quello sperato. Una posizione rilassata invece, sottolineando con il giusto equilibrio e modalità in base all’età del figlio che il cibo è solo cibo e non un quotidiano terreno di scontro, evita tensioni inutili e dannose.
Proporre regolarmente l’alimento rifiutato
Non sempre un rifiuto a un alimento è dettato realmente da un sapore sgradito. I gusti dei bambini sono variabili e transitori e se non si innesca qualcosa di più psicologico nel rapporto con il cibo è facile osservare come, dopo un po’ di tempo, i “no” possono diventare dei “sì”.
Dare nomignoli simpatici
Un sistema che ho trovato utile per aggirare alcuni rifiuti è dimenticare il nome ufficiale dell’alimento o del piatto inventandone un altro simpatico che meglio rispecchia il suo aspetto o il suo gusto o il suo profumo. Aiuta a sdrammatizzare il rifiuto e spesso a velocizzare la sua accettazione.
Associare gli alimenti ai momenti di festa
Presentare verdure e legumi inizialmente rifiutati durante una gita in famiglia, in vacanza o a casa della nonna (dove tutto piace sempre e comunque solo perché “a casa della nonna”) è un modo per legare questi cibi a momenti piacevoli trascorsi in famiglia e con i genitori. Se associazione deve esserci a un alimento, che questa sia almeno gradevole e propositiva, piuttosto che di discussione e tensione.
Mai troppi ingredienti tutti assieme
Ai bambini piacciono le cose semplici. Condire insieme troppi ingredienti nel tentativo di mascherare quelli imputati al rifiuto può andare bene una volta ma mai troppo a lungo. Imparare invece a sentire i gusti, sceglierli e apprezzarli è lo scopo dell’alimentazione su base vegetale, che può continuare nonostante alcuni rifiuti categorici.
Variare forme e colori
Spesso cambiando abbinamento, condimento o semplicemente forma il cibo diventa più appetibile. In questo caso coinvolgere il bambino nella scelta potrebbe essere vincente, come preparare con lui alcuni piatti o trasformare una verdura in un delizioso sformato o merenda al parco.
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