Il nome “focaccia” deriva dal tardo latino focus (=fuoco) attraverso l’aggettivo “focacius” (al femminile “focacia”), che significava “attinente al fuoco” e quindi anche “cotto con il fuoco”. Tale nome oggi sta a significare una pasta di pane insaporita con ingredienti di vario tipo, che vanno aggiunti sopra l’impasto, incorporati durante la lavorazione oppure “ricoperti” con la pasta stessa, dando alla focaccia forme e sapori che variano da regione a regione.

Già i Fenici, e in particolare i Cartaginesi, usavano unire alla pasta di pane altri ingredienti. Lo storico Plinio ricorda che i Cartaginesi preparavano focacce buonissime.

La focaccia dei Romani derivava da quella cartaginese ed era a base di farina di farro o di semola impastata con uova, formaggio e miele.
Le focacce continuarono ad apparire sulle mense anche nei secoli successivi e in tutti i ceti sociali, diversificandosi da regione a regione. Ecco dunque a Genova trionfare le famose focacce salate e la torta pasqualina, a Napoli i “calzoni”, in Umbria le “schiacciate”, in Calabria le “pitte”, in Sicilia le “impariate”, tanti modi di preparare (e chiamare) la semplice, ma gustosissima focaccia.

 

Focaccia di cipolle alla ligure

Per 4 persone

  • 300 g di farina bianca di grano duro
  • 4 cipolle novelle
  • un decilitro d’olio
  • sale
  • pepe nero in grani

 

Versare la farina sulla spianatoia e impastarla con un decilitro circa d’acqua tiepida leggermente salata. Lavorare energicamente per una decina di minuti, dividere l’impasto in due parti uguali e stenderle con il matterello, sulla spianatoia infarinata, in due dischi sottili. Sistemare uno dei dischi in una teglia unta d’olio, distribuirvi sopra le cipolle affettate, salare, pepare, irrorare con abbondante olio. Ricoprire con il secondo disco, facendo aderire bene i bordi al disco sottostante. Cuocere in forno molto caldo finché la focaccia sarà ben colorita.

 

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