Tra le difficoltà incontrate da chi è alla ricerca di un rapporto duraturo la principale sta in un attaccamento indefettibile, in genere inconsapevole, a un partner del passato. La tendenza a dare rilevanza ai ricordi legati a questo rapporto permette di nascondere o persino di negare gli aspetti meno gloriosi. Rimaniamo aggrappati a uno spettro di cui sogniamo di sbarazzarci ma che, in definitiva, dà alla nostra vita un senso ben più grande di quanto crediamo.
Esistono vari tipi di fantasma. Nella categoria più diffusa imperversa l’amore di gioventù. Il nostro destino di adolescente incrocia quello di un estraneo/a durante un viaggio. Ne nasce un idillio ma, rapidamente, le incognite della vita, i genitori o la distanza ci separano. Talvolta si tratta di un’adorazione platonica non dichiarata per un compagno di scuola, in grado di ossessionare per anni chi prova questa passione.
Più spesso il fantasma ha segnato la sua preda nell’arco di un rapporto serio, interrotto da circostanze particolari: scomparsa senza spiegazioni o grave dipendenza (per esempio tossicodipendenza) che ha costretto la “vittima” ad allontanarsi. Da quel momento essa dimentica le varie crisi di astinenza e i comportamenti caratteriali, per ricordare soltanto i bei momenti.
Che la “vittima” abbia subito la rottura o che l’abbia provocata in definitiva importa poco. A un certo punto, non è più esattamente chiaro chi abbia preso la decisione, se questa sia stata suggerita o se abbia costituito una precisa risposta a una crisi che avrebbe senz’altro potuto risolversi. Nonostante gli anni, rimane l’idea del paradiso perduto. Questo spiega perché alcuni si cercano, si ritrovano dopo venti o sessant’anni, si innamorano e si prendono, con negli occhi la fiamma dei primi istanti.
Come scacciare i fantasmi
Vivere il perdono
Comincia con l’affermare il tuo perdono: “Sì, voglio fare pace con le emozioni che mi fanno soffrire; sì, voglio liberarmi di questo rancore e di questa collera che mi pervadono”.
Prendi un quaderno e scrivi il nome della persona che ti tormenta. Sotto, lasciati andare, fa’ uscire rimproveri, accuse, non censurarti, riempi tutte le pagine necessarie. Ricordati di andare a capo a ogni nuovo pensiero. Per tre giorni, ogni mattina prenditi alcuni minuti per completare l’elenco.
Il quarto giorno tira le somme e riassumi su una pagina i vari “rimproveri”, così da conservare al massimo una decina di punti.
Definisci quindi le emozioni suscitate da ognuno di loro: rancore, collera, odio, tristezza ecc. Fa’ uscire ciò che non hai avuto il coraggio o la capacità di dire in passato.
Prosegui per un’altra settimana, fino a quando non dirai cose senza senso. A un certo punto, infatti, non avrai più nulla da aggiungere e ti sentirai soddisfatta, come un palloncino che si sgonfia. Sentirai di essere venuta a capo delle tue emozioni, dei tuoi rancori, del tuo risentimento.
Scrivere una lettera
Nel caso in cui la tua sensibilità non abbia reagito all’esperimento precedente, tenta la “lettera del perdono”.
In un luogo tranquillo, scrivi una lettera senza censurarti. Includi tutto quello che hai da dire, tutto quello che ti viene. Terminala, rileggila tutta e firmala.
Infilala poi in una busta, con il nome e l’indirizzo della persona che ti ha fatto più soffrire. Nel caso in cui il destinatario sia deceduto, scrivi “in cielo”. Se la persona è viva, chiudi la busta, quindi bruciala senza spedirla! In questo modo, purificherai i ricordi dolorosi tramite l’atto simbolico del fuoco. Questo comportamento ti farà sentire più leggera.
Dopo qualche giorno, fa’ lo stesso lavoro su un’altra persona e così via. L’ultima lettera indirizzala a te stessa, con le parole “strettamente confidenziale” sulla busta e spediscila.
Dopo aver compiuto il lavoro, guarderai in maniera diversa le persone per cui hai sofferto, vedrai emergere una visione più positiva di te stessa, come se avessi applicato un balsamo cicatrizzante dell’anima che ti ha “riparametrato”.
Nel giro di un paio di giorni riceverai la lettera di qualcuno che aveva tante cose da dirti da parecchio tempo e che non aspettava altro che questa occasione per farlo… la tua lettera!
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