Il bisfenolo A (BPA) è un composto aromatico estrogeno-mimetico in grado di legarsi ai recettori alfa degli estrogeni. Si tratta di un prodotto utilizzato su vasta scala come monomero di policarbonati e resine epossidiche che rivestono numerose scatole di prodotti alimentari o lattine di bibite. Era persino utilizzato per rivestire l’interno dei biberon fino a qualche anno fa. Lo si ritrova altresì nelle resine epossidiche dell’amalgama per le otturazioni dentali.

Ha inoltre trovato un vasto impiego come rivelatore per scontrini, carta termica e certa carta per banconote.

lattineEssendo un monomero che si stacca facilmente dai rivestimenti interni dei contenitori alimentari, il bisfenolo può passare attraverso la barriera placentare. Certo, questa piccola molecola viene facilmente eliminata, in particolare per via urinaria. Tuttavia, l’esposizione quotidiana è tale che il BPA rimane costantemente impregnato nei liquidi e nei tessuti umani.

Gli studi svolti su roditori hanno chiaramente dimostrato disturbi sistematici della riproduzione sia nei maschi sia nelle femmine (pubertà precoce, alterazione delle ovaie e dell’endometrio) nei soggetti esposti a BPA durante il periodo fetale o di allattamento.

Nel 2010 una misura cautelativa ha vietato il bisfenolo nei biberon, ma a livello europeo permangono delle esitazioni quanto al suo utilizzo in ambito alimentare. Oltretutto, anche se sono stati vietati i biberon contenenti bisfenolo A, il bisfenolo S che li sostituisce è esso stesso sospettato di agire sullo sviluppo cerebrale del feto; inoltre, nelle donne che optano per il “biberon zero” e quindi per l’allattamento materno, ci si è accorti che il latte è anch’esso carico di bisfenolo A proveniente da varie fonti della vita attuale.

Va poi detto che un gran numero di oggetti manipolati tutti i giorni (scontrini di cassa, carte di credito, imballaggi vari) contiene fino a 1/1000 di BPA, ben lungi dall’essere trascurabile. Pertanto occorre fare attenzione a tutte le carte termiche, ma anche sapere che la pelle assorbe “suo malgrado” sostanze ampiamente indesiderabili.