Il latte fa bene o fa male? La dottoressa Renate Collier, sostenitrice e ideatrice della terapia contro l’acidosi, non aveva dubbi: dare ai neonati e ai bambini in età prescolare preparati a base di latte di mucca comporterebbe lo sviluppo di una flora intestinale patogena. Infatti, il galattosio contenuto nel latte vaccino crea nell’intestino un ambiente basico che favorisce lo sviluppo di una flora batterica afisiologica. Questa intolleranza al lattea sua volta compromette l’attività dell’intestino crasso, causando un rigonfiamento delle pareti intestinali che può provocare neurodermiti e asma, ma anche tonsilliti e appendiciti.

L’intolleranza al latte vaccino (intolleranza alla caseina) può manifestarsi anche molto presto, poco dopo la nascita. L’adulto non ne è immune, perché questa intolleranza può subentrare a qualsiasi età. Si è riscontrato che eliminando latte e latticini si potevano ottenere risultati spettacolari in numerose affezioni, quali: eczema, psoriasi, rinite, diarrea, colite spastica, mestruazioni dolorose, fibroma uterino, ipertrofia benigna della prostata, dolori e rigidità articolari, emicrania, spasmofilia.

Ma cosa dire del calcio contenuto nel latte? Il latte vaccino contiene il triplo del calcio rispetto al latte materno; tuttavia, contiene anche pochissimo magnesio, necessario per l’assorbimento del calcio da parte delle ossa e latte e formaggiper la formazione di cristalli di calcio resistenti. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che gli Stati Uniti siano il paese con il maggior consumo al mondo di latticini e, contemporaneamente, con il tasso di osteoporosi più elevato. Il Giappone, dove i latticini non fanno parte della dieta comune, è il paese con il tasso di osteoporosi più basso tra le nazioni industrializzate.

Un ulteriore problema è dato dalla pastorizzazione e dall’omogeneizzazione del latte e dei latticini. In entrambi i casi si ricorre ad altissime temperature che snaturano l’albumina del latte. Per ottenere una maggiore inalterabilità, l’omogeneizzazione mira a rompere le sfere di grasso che vengono ridotte a tal punto da riuscire a penetrare nel sangue attrfrutta seccaaverso le pareti intestinali, causando elevati livelli di trigliceridi anche nei bambini.

Insomma, è stato riscontrato che l’eliminazione dei latticini conduce a un aumento del tono generale e a una lucidità maggiore, qualunque sia la patologia. Si nota anche un sonno migliore, una miglior digestione e in particolare la scomparsa dei bruciori di stomaco, del reflusso gastroesofageo e della sonnolenza postprandiale.

Si consiglia di compensare l’assenza di latticini con un bilanciato apporto di noci, nocciole, sesamo, mandorle, legumi (lenticchie, piselli, ceci, fagioli) e acqua ad alto contenuto di calcio.