Nel 1934 Krishnamurti disse: “Perché volete studiare sui libri invece di studiare la vita? Scoprite che cos’è vero e che cos’è falso nell’ambiente in cui vivete, che è opprimente e crudele. Solo così scoprirete la Verità”.
Non si stancava di ripetere che l’unico libro che valga la pena di leggere è il “libro della vita”, che cambia ininterrottamente e possiede una vitalità che sfugge al pensiero. Tutti gli altri libri possono contenere soltanto informazioni di seconda mano. “La storia dell’umanità è dentro di voi: è un immenso carico di esperienza, di paure profondamente radicate, di angosce, piaceri, dolori e fedi di ogni genere, a cui gli esseri umani hanno creduto attraverso i millenni. Voi siete quel libro”.60094-copyright-d-gawand1948

Il suo insegnamento tocca un’infinità di argomenti. La sua era una osservazione continua della condizione umana, nella quale tutti gli aspetti della vita sono strettamente connessi tra loro. I brani raccolti ne Il libro della vita trattano un argomento specifico per ogni settimana dell’anno e ogni argomento viene sviluppato per sette giorni.

Krishnamurti, pur essendo timido e riservato, tenne migliaia di discorsi senza mai aver bisogno di ricorrere ad appunti o a note di qualsiasi tipo. Fondamentalmente, ha sempre sviluppato un unico tema: la verità può essere scoperta da ognuno di noi, senza l’intermediazione di alcuna autorità. E questa scoperta può essere fatta istantaneamente, perché la vita è in ogni istante. I suoi discorsi hanno costantemente affrontato il conflitto, sia a livello personale che a livello sociale. Osservando i nostri comportamenti conflittuali, tanto nell’ambito personale che in quello sociale, si impone come necessaria un’azione che sia in grado di trasformare noi stessi e la società in cui viviamo.

27 ottobre

Al di là del campo del pensiero
“Anche se avete cambiato le vostre idee, il vostro modo di pensare, il pensiero rimane comunque condizionato. Potete pensare a Gesù, a Buddha, al signor X, Y o Z, ma state pur sempre pensando e troverete il modo di opporvi a qualche altro pensiero. Quando si crea un’opposizione, un conflitto tra due pensieri, avviene un cambiamento di direzione nella continuità del pensiero; c’è un cambiamento, ma questo rimane nel campo del pensiero e quindi non è un vero e proprio cambiamento. Un’idea o un complesso di idee hanno semplicemente sostituito altre idee. Rendendoci conto di tutto questo, è possibile mettere da parte il pensiero e produrre un cambiamento che non avvenga nel campo in cui opera il pensiero? La coscienza in ogni suo aspetto, che riguardi il passato, il presente o il futuro, rimane sempre confinata nel campo del pensiero e qualsiasi modifica avvenga in questo campo, che delimita i confini della mente, non è un vero cambiamento. Un vero cambiamento avviene soltanto al di fuori dei limiti del pensiero. Solo quando la mente si rende conto dei limiti in cui è confinata e capisce che lì dentro non avverrà mai un vero cambiamento, allora può superarli e andare oltre. Questa è vera meditazione”.
(Jiddu Krishnamurti)

 

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