Nel 1947 la salute di Ramana Maharshi cominciò a deteriorarsi. Quando i medici gli suggerirono di amputare il braccio al di sopra di un tumore canceroso, Ramana rispose con un sorriso: “Non c’è bisogno di allarmarsi. Il corpo stesso è una malattia. Che abbia la sua fine naturale. Perché mutilarlo? Un semplice bendaggio sulla parte malata sarà sufficiente”.

Dovettero essere eseguiti altri due interventi, ma il tumore si riformò ancora. Furono provati sistemi di cura usati nella zona e anche l’omeopatia, ma la malattia non cedette a nessuna cura. Il saggio, supremamente indifferente alla sofferenza, era del tutto distaccato. Sedeva come uno spettatore a osservare la malattia che distruggeva il suo corpo; i suoi occhi brillavano come sempre e la sua grazia fluiva verso tutti gli esseri.

Ramana insistette affinché le folle che venivano in gran numero potessero avere il suo darshan (l’incontro con un saggio). I devoti desideravano profondamente che il saggio curasse il suo corpo usando i poteri soprannaturali. Ramana aveva compassione per coloro che erano angosciati per la sua sofferenza, e cercò di confortarli ricordando loro la verità che Bhagavan non era il corpo:

“ Scambiano questo corpo per Bhagavan e gli attribuiscono la sofferenza. Quale pietà! Sono depressi perché Bhagavan sta per andarsene lasciandoli, ma dove può andare e come?”

La fine arrivò il 14 aprile del 1950. Quella sera il saggio diede il darshan a tutti i devoti dell’ashram. Essi sedettero cantando l’inno di Ramana ad Arunachala, il nome della santa montagna che il saggio amava. Chiese ai suoi attendenti di aiutarlo a sedersi e aprì per un po’ i suoi luminosi occhi pieni di grazia. Ci fu un sorriso, una lacrima di beatitudine scivolò dall’angolo esterno di uno dei suoi occhi e alle 8 e 47 della sera il suo respiro si fermò. Non ci fu lotta, non ci fu spasimo, nessuno dei segni della morte. In quello stesso momento, una cometa si spostò lentamente nel cielo, passò sulla sommità della santa montagna, Arunachala, e scomparve al di là di essa.

Anima, mente ed ego sono mere parole. Non ci sono vere entità di questo genere. La Coscienza è la sola verità. La dimenticanza della vostra reale natura è la vera morte. Il ricordo di ciò è la vera nascita. Questo pone fine alle successive reincarnazioni.

Ramana Maharshi

Tratto dal libro:


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