Gary Quinn, life coach e autore di numerosi titoli, tra cui Che gli angeli siano con te, ci parla di cosa significhi incontrare i propri angeli:
Le lezioni utili nella vita non arrivano solo perché ne abbiamo bisogno, ma anche perché siamo pronti a riceverle. Per lo meno, è senz’altro così che la saggezza dei miei angeli custodi è arrivata a me, perché avevo offerto agli angeli un “campo di atterraggio”. Non li stavo bloccando con le mie richieste o urgenze, dettate dalle paure. Semplicemente, sono stato me stesso, senza aspettative e senza pretese. In altre parole, è stato solo quando ho iniziato a fare ciò che davvero era giusto che facessi – assistere altre persone nel prendere coscienza della presenza, l’amore e l’aiuto dei propri angeli – che la mia strada si è finalmente spianata.
Finché permetterò a me stesso di essere e basta, senza preconcetti su cosa “dovrei” essere, la presenza benefica dei miei angeli sarà più visibile, e la mia vita prospererà. Questa ricettività, questa capacità di “lasciarci andare” così da sfruttare al massimo l’aiuto degli angeli, continuerà a crescere e radicarsi se glielo consentiamo. La nostra capacità di ricevere l’abbondanza dell’universo non ha limiti. Ci saranno sempre nuove avventure, opportunità e rivelazioni, finché continueremo a restare aperti.
È naturale essere scettici in proposito: siamo stati indottrinati con l’idea che “se non puoi vederlo, non esiste”. Tuttavia è sorprendentemente semplice superare questa resistenza. La buona notizia è che non è necessario “credere” negli angeli al fine di ricevere il loro aiuto: apparentemente, tutto ciò che serve per lasciarsi colmare del loro aiuto, amorevole e abbondante, è imparare a “fare i preparativi” per il loro arrivo. E questi preparativi funzionano meglio se ci comportiamo “come se” i nostri angeli esistessero: semplicemente, riponendo fede nella loro esistenza. Comportarsi “come se” non è così difficile come può sembrare: da bambini, tutti noi lo facevamo in continuazione. È quello che gli adulti chiamano “gioco”, ma che spesso consente ai bambini di ricevere l’aiuto dei loro angeli fin dall’infanzia. I bambini attraversano liberamente il confine dall’immaginazione alla realtà fisica: i due mondi sono completamente collegati.
Anche i miei clienti più scettici, quelli che più apertamente storcevano il naso all’idea che gli “angeli” avessero qualcosa a che fare con le loro vite o i loro progetti di felicità, ora spesso sono in grado di dissipare quasi istantaneamente ogni cinismo permettendo a se stessi di agire “come se” i loro angeli esistessero. Così, ciò che è iniziato come “fare finta” può trasformarsi in un risveglio spirituale. L’idea di “fare finta” può dare l’impressione di un inganno, ma in realtà si tratta di utilizzare la tecnica del gioco dei bambini per aprire i nostri sensi, la mente, il cuore e l’anima. I prodigi possono accadere – anzi, accadono – quando c’è questa apertura.
Chiunque compia il passo del “come se” per credere nell’aiuto benefico dei propri angeli custodi fa una scoperta importante: il vero successo arriva come un dono gratuito, un dono pieno di opportunità che per concretizzarsi richiedono un’azione, un dono che arriva senza essere richiesto. Questa visione, tuttavia, è in antitesi con le idee più diffuse su come “farsi strada”, specialmente nel mondo aziendale.
“Rilassati, instaura il contatto, chiedi aiuto, agisci e lasciati andare”: si tratta di un modo molto diverso di cercare aiuto, rispetto a ciò che è stato insegnato a quasi tutti noi. Al centro di questo processo c’è una resa: liberarsi delle paure, offrirle ai propri angeli, e poi chiedere, nel modo più semplice possibile, il loro aiuto. Ma non è fin troppo facile? Ricorda: più semplice è, meglio è. Non aspettarti che debba essere difficile: non lo è. Non cercare spiriti o aure o fantasmi quando cerchi i tuoi angeli: basta ritornare all’infanzia e “fare finta” che ci siano. Questo è sufficiente per chiamarli vicino a te. Ma ricorda che ricevere il dono di sapere che cosa fare non basta. La sfida è compiere le azioni che ti vengono indicate. Le azioni generative non vengono dal nostro ego. Sorgono dall’essere.
Dai a te stesso il permesso di essere, dai a te stesso il permesso di sognare i tuoi sogni più veri e più belli, dai a te stesso il permesso di avere tutto quello che i tuoi angeli – e Dio – vogliono che tu abbia. Quando lo farai, la prima azione che dovrai compiere per concretizzare questa abbondanza ti apparirà chiara.
Prima devi “essere”, poi “instaurare il contatto” con i tuoi angeli senza preoccuparti o cercare di analizzare chi o cosa siano. “Chiedi aiuto”, e ti prometto che lo riceverai se prima ti sarai concesso di “essere” e avrai “instaurato il contatto”. E poi “agisci” come ti verrà suggerito dall’aiuto ricevuto. Il risultato è assicurato: non devi preoccupartene.