Intervista al dottor Luigi Torchio, autore di Sai Baba parla di alimentazione e salute, che ci parla dei problemi e delle incoerenze della nostra dieta, indicandoci alcuni semplici consigli per un’alimentazione più sana ed equilibrata.
Uno degli aspetti più interessanti della sua attività è la fusione che lei ha operato tra le attuali conoscenze e le antiche dottrine. Come e perché ha portato avanti questo approccio?
Io parto dal presupposto che deve essere usato tutto ciò che cura, in particolar modo se gli effetti collaterali sono minimi o assenti. Penso che sia dovere del medico utilizzare tutte le antiche conoscenze, anche provenienti da culture diverse e unirle alla moderna medicina per aiutare l’umanità a sconfiggere le malattie. In quest’ottica il medico deve integrare abilmente le terapie, potendo utilizzare contemporaneamente i rimedi naturali e le cure farmacologiche.
Nel suo libro lei sottolinea come anche nel mondo occidentale l’alimentazione spesso non sia equilibrata o addirittura presenti carenze e squilibri (in opposizione alla denutrizione dei paesi poveri). Può spiegarci questo apparente paradosso?
L’attuale alimentazione della popolazione occidentale è caratterizzata un eccesso di calorie, proteine e grassi animali a cui si aggiunge la tendenza a consumare cibi provenienti da lavorazioni industriali, con aggiunta conservanti e inquinati da additivi chimici. Inoltre si consuma poca frutta e verdura fresche, con la conseguenza di avere carenza di fibre, vitamine e antiossidanti naturali.
Questo è vero in particolare per le diete, che hanno spesso solo funzione estetica e non tengono conto dei reali bisogni dell’organismo. Come difendersi da questo problema?
Questo è il risultato di un mondo che guarda solo all’estetica, nel quale i frutti sono grandi e belli ma privi di sapore e nutrimento, nel quale l’uomo preferisce le cure estetiche e il silicone alla saggezza dei tempi antichi. E necessario fermarsi e ritornare indietro per recuperare quello che abbiamo perso.
Un aspetto a volte trascurato di cui lei sottolinea l’importanza è il “come” si mangia, cioè che comportamenti vanno tenuti o evitati a tavola. In che modo influenzano il modo in cui assimiliamo il cibo e gli effetti che esso ha su di noi?
Il cibo interagisce con il suo aspetto, i suoi aromi, i suoi colori con i nostri sensi e va assaporato con la massima concentrazione per facilitarne la digestione. Con un po’ di attenzione possiamo sentire cosa ci fa bene, senza trascurare il fatto che tutti i cibi hanno un effetto fisico e psicologico. Infatti le numerosissime malattie, ma anche l’aggressività, l’inquietudine, l’intolleranza e le difficoltà di concentrazione sono spesso legate alla cattiva alimentazione.
Lei mette in luce anche il fatto che l’alimentazione è così importante che se trascurata può diventare addirittura causa di malattia. Rispetto alle nostre abitudini alimentari questo cosa comporta?
Occorre prendere consapevolezza che la corretta alimentazione è prevenzione e cura e che le abitudini sbagliate possono, con un minimo sforzo, essere sostituite da altre più idonee al mantenimento di una buona salute.
Il fatto di vedere la malattia come un segnale dei nostri errori, un’esperienza che ha un significato che va interpretato, a livello medico per lei cosa comporta?
Ciò significa che da un lato siamo responsabili di ciò che ci accade, dall’altro che, modificando gli errati comportamenti, la guarigione è alla nostra portata, permettendoci in molti casi di evitare l’abuso di farmaci.
Lei parla di “guarigione permanente”: che cosa significa? In questo caso la medicina allopatica e l’ayurveda che tipo di approccio hanno al problema?
Ogni sintomo è un messaggio che ci manda il corpo. Le cure che reprimono i sintomi con l’utilizzo sconsiderato dei farmaci possono spesso portare alla cronicizzazione delle patologie. Le antiche dottrine, in particolar modo la medicina ayurvedica, considerano l’uomo come unità indissolubile di corpo, mente e anima: la consapevolezza e il risoluzione dei nostri errori alimentari, dei conflitti e dei problemi psicologici che stanno alla base delle malattie può invece condurci alla guarigione completa.
Infine, il cibo e la salute come influenzano la nostra spiritualità?
La ricerca spirituale presuppone un corpo sano, libero dalle sofferenze fisiche e una mente stabile. Tutto ciò che va a perturbare questo equilibrio ostacola il progresso spirituale. Per questo il vero ricercatore spirituale deve curare molto l’alimentazione e ricercare una salute stabile. A questo scopo può essere molto utile praticare lo yoga, una completa filosofia di vita che risponde a queste esigenze: posizioni (asana) per mantenere salute ed elasticità del corpo, controllo della mente attraverso il respiro e la meditazione, igiene interna ed esterna del corpo, corrette abitudini di vita e comportamento, procedure di depurazione, utilizzo di erbe e trattamenti personalizzati.
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