Intolleranze alimentari: dieta senza frumento e latticini
Tra le fonti più comuni di intolleranze alimentari ci sono sicuramente farinacei e latte vaccino. Glutine, lattosio e proteine del latte ne sono i principali responsabili.
Tuttavia farinacei e latte vaccino sono la base dell’alimentazione occidentale. In ogni famiglia sembra che pane e latte non possano assolutamente mancare, nemmeno per un giorno. Nessun cibo è considerato più innocuo, sano e idoneo all’alimentazione di tutti, adulti e bambini. Una dieta senza frumento e latticini non è quasi mai presa in considerazione.
Il glutine
Di glutine l’umanità si è sempre cibata, questo è vero, ma oggigiorno non è contenuto solo nei cereali e loro derivati o nelle farine per uso industriale. Esso viene utilizzato anche come addensante per creme, budini, insaccati e persino in alcuni medicinali.
Non digerire il glutine implica una reazione immunitaria che provoca la produzione di anticorpi che si attivano contro il nostro stesso intestino. Questa patologia, che è conosciuta come celiachia, causa problemi intestinali.
Tuttavia, è stata scoperta un’altra patologia detta intolleranza al glutine. Nell’intolleranza al glutine i sintomi riscontrati più comunemente possono essere suddivisi in due categorie.
La prima coinvolge l’intestino e porta con sé problemi gastrointestinali quali meteorismo, dolori addominali, diarrea o stipsi o alvo alterno. La seconda provoca sintomi generali quali sonnolenza, difficoltà di concentrazione, annebbiamento mentale, cefalea, parestesie degli arti, eczema, depressione, anemia, stanchezza cronica, insonnia.
Il latte
Il boom dell’industria lattiero-casearia e l’enorme pubblicità che ha accompagnato il latte e i suoi derivati in questi ultimi trenta-quarant’anni hanno condizionato a tal punto il nostro pensiero da far sì che “Latte=salute” sia diventato nella nostra mente un fatto assolutamente indiscutibile.
L’uomo è l’unico animale che continua a nutrirsi di latte anche dopo lo svezzamento. Questo è vero soprattutto negli ultimi cinquant’anni, nei quali il consumo del latte vaccino ha conosciuto una vertiginosa impennata portando con sé diverse intolleranze.
L’intolleranza al lattosio è la causa più frequente di intolleranza al latte. Il latte è ricco di lattosio, ossia uno zucchero complesso che richiede un enzima (la lattasi) specifico per la sua digestione.
La lattasi è presente nel corpo dei bambini fino ai cinque anni di età. In seguito i suoi livelli diminuiscono rendendo il lattosio indigesto.
Cosa fare?
Una volta appurata la presenza di una o più intolleranze alimentari, come comportarsi?
Ultimamente vi sono due ben distinte scuole di pensiero che presentano una dieta senza frumento e latticini: la dieta ad eliminazione e la dieta di rotazione.
La dieta ad eliminazione prevede di eliminare, per un periodo variabile dai tre ai sei mesi a seconda del grado di intolleranza l’alimento in questione. L’alimento verrà poi reintrodotto gradatamente ponendo particolare attenzione ad eventuali reazioni nelle 72 ore successive. Si rischia, tuttavia, una perdita di tolleranza all’alimento reintrodotto, che può provocare reazioni allergiche.
La dieta di rotazione prevede la libera assunzione dell’alimento verso il quale si è intolleranti. Si segue un meccanismo che alterna l’assunzione per un giorno all’astinenza per tre giorni. Questo però non può garantire che l’antigene predisposto si “dimentichi” di esserne intollerante in solo 72 ore.
Tuttavia, né l’uno né l’altro metodo sono soluzioni definitive.
Per risolvere queste intolleranze alimentari occorre seguire quattro fasi specifiche. Queste vengono descritte nel dettaglio nel capitolo undici: Intolleranze Alimentari: la soluzione possibile, oltre che auspicabile per la salute di oggi e di domani del libro Intolleranze Alimentari: le recenti scoperte e la soluzione definitiva del dottor Alessandro Targhetta.