Un aiuto contro il colesterolo cattivo (LDL)

Esistono due tipi di colesterolo: quello buono (HDL) e quello cattivo (LDL). Il colesterolo HDL ha il compito di incanalare il colesterolo in eccesso dagli organi al fegato, dove viene eliminato. Pulisce inoltre le arterie. Il colesterolo cattivo si deposita sulle pareti delle arterie formando placche di grasso (ateromi) e danneggiandole. Risultato: queste placche rischiano di originare un embolo (trombosi) in grado di ostruire l’arteria.
In certi casi l’eccesso di colesterolo può essere ereditario, il livello di colesterolo tende inoltre ad aumentare con l’età. Elevati livelli di colesterolo, però, sono legati anche allo stile di vita e all’alimentazione: la sedentarietà e il sovrappeso riducono il colesterolo buono e favoriscono l’aumento di quello cattivo nel sangue.
Benché la crusca d’avena non permetta da sola di ridurre il colesterolo cattivo, vi contribuisce. Una parte del colesterolo consumato si ritrova infatti intrappolata nella palla compatta che la crusca d’avena forma nello stomaco a contatto con l’acqua. Risultato: la crusca fa in modo che questo colesterolo non venga assimilato.

Un aiuto per l’intestino pigro

Le fibre evitano la stipsi e favoriscono un buon transito: accrescono la frequenza fecale, ne migliorano la consistenza ed evitano l’abuso di lassativi. Per soddisfare la quasi totalità del fabbisogno giornaliero di fibre, concedetevi frutta e verdura, aggiungendovi qualcosa in più: pane e cereali integrali, una manciata di noci o mandorle e non dimenticate la crusca d’avena, un pizzico qui e lì su uno yogurt, una macedonia, un piatto di verdure.

Un aiuto per la stabilità dell’indice glicemico

La crusca d’avena rappresenta un “aiuto” per chi soffre di diabete di tipo 2. Nell’ambito di questo tipo di diabete, la persona deve tenere sotto controllo la glicemia (il livello di zuccheri nel sangue) seguendo un’alimentazione equilibrata, povera di zuccheri e di materie grasse, nonché praticando un’attività fisica regolare. Le fibre solubili contenute nella crusca d’avena favoriscono l’eliminazione del colesterolo attraverso le vie naturali, impedendo l’aumento del tasso di zuccheri nel sangue dopo i pasti.

Un ruolo protettivo contro il tumore al colon-retto

Le sue fibre contribuiscono alla prevenzione del tumore al colon. Alcuni studi sottolineano come le popolazioni che consumano circa cinquanta grammi di fibre alimentari al giorno vengano meno colpite da questo tipo di cancro.

Il fattore snellezza: la crusca sazia e aiuta a dimagrire

Quando arriva nello stomaco, la crusca d’avena si imbeve d’acqua. Per darvi una piccola idea, un cucchiaio di crusca d’avena assorbe liquidi pari a venticinque volte il suo volume, formando una palla di 375 g! Come per magia, produce una rapida sensazione di sazietà. Scompare quindi la sindrome della fame improvvisa e compulsiva, seguita da spuntini nel bel mezzo del pomeriggio! Poiché toglie la fame, contribuisce alla prevenzione del sovrappeso e dell’obesità.
Le fibre della crusca d’avena riducono del dieci per cento i grassi assorbiti nell’intestino tenue. Inoltre, “intrappolando” i lipidi dei prodotti grassi e zuccherati, la crusca d’avena contribuisce alla prevenzione del sovrappeso e dell’obesità all’origine di numerose malattie, soprattutto quelle cardiovascolari e il tumore al colon. Occupa un posto in prima fila nell’ambito di un’equilibrata igiene di vita che associa alimentazione variata e attività fisica regolare.

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