L’amicizia ha questo di speciale: ognuno la spiega o la definisce a modo proprio. Contrariamente a quello d’amore, l’amicizia sembra essere un rapporto semplice e compreso da ambo le parti, il che non sempre risponde a verità. Eppure, non esistono manuali pratici ad aiutarci in caso di rapporto d’amicizia complicato o che provoca sofferenza.
L’amicizia si può definire come un rapporto nel quale essere se stessi, senza falsi pudori. Un rapporto in cui accettare le critiche, purché siano costruttive e non si basino sui valori. Un rapporto caratterizzato dal piacere, a volte dal conflitto, ma per la maggior parte dall’accettazione della nostra individualità.
Esiste attualmente una leggenda sociale, quella dell’amicizia eterna. Questo mito è diffuso quasi quanto quello dell’amore eterno e la rottura di un legame d’amicizia può esercitare conseguenze nefaste quanto quelle di una rottura affettiva. La cosa interessante è che l’amicizia costante ed eterna non può esistere, perché tale concetto non prende in considerazione il cambiamento, il fatto che la vita non è statica e che nel corso dell’esistenza o delle proprie esperienze una persona può cambiare non tanto carattere, quanto punto di vista e modo di reagire.
Poche amicizie sono immutabili e a tempo pieno; l’importante è che siano sincere e ci facciano star bene. Il bisogno di farle durare per sempre non deve diventare un’ossessione, perché, nel momento in cui compaiono ossessioni, nel legame si insinua qualcosa di malsano e di falso: voglio che tu mi rimanga amico, pertanto cambierò il mio comportamento per compiacerti e conservare questo legame. Si altera così l’intero rapporto.
Un altro mito è quello dell’amicizia “totale”. Accettando senza problemi di non far parte in ogni momento della vita altrui ne consegue che nemmeno l’altro fa parte continuamente della nostra vita, il che permette una libertà maggiore ma anche una maggior accettazione e comprensione reciproche!
A distinguere l’amicizia da un semplice rapporto è il grado di familiarità nel legame tra due persone. All’inizio esistono punti in comune, affinità, gentilezza, cameratismo. Affinché tuttavia l’altro diventi un amico, deve sussistere una certa condivisione di pensieri, una somiglianza di punti di vista e quasi una gerarchia di valori condivisi. Sono necessarie complicità, fiducia, intimità, mutua comprensione di ciò cui facciamo riferimento. L’amicizia implica condivisione, solidarietà, disponibilità reciproca. È l’incontro intimo di due individualità. Tutto questo permette un arricchimento del rapporto e un miglioramento personale di ciascun partner. È più semplice ravvisare punti di riferimento in comune con qualcuno della stessa origine e dello stesso ambiente; tuttavia, anche l’apertura mentale nei confronti della diversità può essere fonte d’amicizia e di piaceri condivisi.
D’altro canto, nel rapporto l’aspetto della qualità è più importante della quantità di tempo che gli viene dedicato. Possiamo infatti rivedere un amico dopo anni “ritrovandoci” come se fosse ieri. Al contrario, possiamo vedere una persona ogni giorno ma mantenere il rapporto a livello superficiale.
In alcuni casi il rapporto si adatta e progredisce con il tempo, in altri non evolve e si sgretola non appena sopraggiunge un cambiamento di situazione. Qualche volta il rapporto si spegne da solo, senza fragore. In altre occasioni si conclude con frastuono e angoscia.
Un rapporto d’amicizia può altresì adattarsi ai cambiamenti di situazione delle due persone, all’evoluzione personale dell’una e dell’altra. L’amicizia può sopravvivere ai rovesci di fortuna, al conseguimento di una promozione, alla malattia, al matrimonio, ai figli, al divorzio e al lutto. Può tuttavia anche non sopravvivere agli eventi della vita (questo però non significa che sia meno autentica o meno profonda)… Cosa possiamo fare quando all’improvviso ci rendiamo conto che un’amicizia vacilla e che al posto di calore, complicità e solidarietà, in genere attesi in un rapporto sano, avvertiamo disagio, tensione, frustrazione? In altre parole, cosa accade e cosa possiamo fare se anziché un rapporto sano ci troviamo a vivere un’amicizia tossica?
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