Sicuramente ti è capitato di vedere tuo figlio sperimentare un momento consapevole. Magari mentre è intento a costruire la torre più alta mai realizzata con i mattoncini Lego, sta raccontando una complicata storia sulle fate che vivono nel comodino accanto al letto o è concentrato sull’ascolto di ogni parola e nota di una canzone che gli piace. Oppure mentre si prepara a segnare un gol sul campo di calcio.
Anche se nessuno di questi momenti può sembrare particolarmente consapevole, in realtà lo sono. Quando tuo figlio concentra l’attenzione su una sola cosa, è profondamente impegnato e non giudica se stesso né desidera che qualcosa sia diverso, sta praticando la mindfulness, anche se non siede sul pavimento con le gambe incrociate e gli occhi chiusi.
Benché ogni attività, dal fare le pulizie al lavarsi i denti, sia un’occasione per coltivare la consapevolezza intenzionale, esistono cinque specifiche attitudini, cinque modi di essere nel mondo, che sono fondamentali per praticarla.
Non sempre è facile dire se tuo figlio sia in un momento consapevole, ma vi sono cinque domande che puoi porre a te stessa per capirlo, in una sorta di mini-apprezzamento della situazione:
- È concentrato su una sola cosa?
- Mostra creatività in ciò che sta facendo, nel modo di valutare una situazione o di risolvere un problema?
- È curioso riguardo a una sua esperienza, a una situazione difficile o alla prospettiva di qualcun altro?
- È compassionevole verso se stesso o chiunque altro, inclusi gli animali e altri esseri viventi?
- È silenzioso? Questa può essere una domanda insidiosa, perché alcuni bambini sono per natura più tranquilli di altri e potrebbero nascondere qualcosa, ma di solito si tratta di una qualità positiva.
Pertanto, cerca di riconoscere queste attitudini – concentrazione, creatività, curiosità, compassione e silenzio – perché ciascuna di esse può indicare che tuo figlio sta sperimentando un momento consapevole.
Concentrazione
La concentrazione, ovvero la capacità di mantenere l’attenzione, è fondamentale per la consapevolezza e rappresenta una qualità che la maggior parte dei genitori vorrebbe che i figli possedessero in maggior misura. È anche una pratica, nel senso che quanto più la esercitiamo tanto più diventiamo abili.
Prova questo: giochi di concentrazione
Esistono diversi giochi e attività che aiutano i bambini a sviluppare tecniche di concentrazione, come giochi di memoria, puzzle, Jenga, figure nascoste (in cui cerchi oggetti celati in un’immagine più grande o qualcosa di disarmonico rispetto al resto), o attività manuali come realizzare all’uncinetto o colorare mandala, che spesso presentano disegni circolari e molte forme ripetitive.
Creatività
Sebbene la creatività non rientri nella definizione formale della mindfulness, è talmente insita nell’esperienza dell’infanzia che vale la pena di includerla.
La creatività non riguarda soltanto l’arte, la musica o le costruzioni, anche se per molti bambini inizia così, ma è anche un nuovo modo di pensare nell’aula scolastica o di muoversi sul campo da gioco, oppure una maniera diversa di comportarsi con un membro della famiglia o un amico. Comunque si manifesti nei nostri figli, è nostro compito notare quando ciò avviene e sostenere il processo.
Prova questo: disegna i sentimenti
Ecco un modo fantastico per aiutare tuo figlio a cominciare a riconoscere e identificare i sentimenti. Puoi iniziare leggendo un libro sulle diverse emozioni e parlandone. Poi dagli un foglio di carta e qualche pennarello chiedendogli di raffigurarle, oppure traccia il contorno di un corpo invitandolo a indicare dove dimorano e come sono fatte. Cerca di non giudicare o correggerlo, e se avverti il bisogno di interrogarlo su ciò che sta disegnando, dire “Potresti spiegarmelo meglio?” è un buon punto di partenza.
Compassione
La compassione, ovvero la capacità di connettersi con l’esperienza di qualcuno che soffre e il desiderio di sostenerlo o aiutarlo, è un aspetto fondamentale dell’intenzione consapevole. Noi vogliamo che i nostri figli imparino a prendere le cose con calma e ad accettare ciò che avviene, così che possano andare avanti in maniera equilibrata, abile e compassionevole.
Prova questo: tutti commettiamo errori
Uno dei modi più efficaci per coltivare la compassione, sia verso noi stessi che verso altri, è ricordare che non siamo soli nella nostra imperfezione. Quando qualcosa va male – a te o a tuo figlio – cerca di condividere con lui uno dei tuoi errori, rammentandogli che tutti sbagliamo. Nessuno è perfetto e completamente accettabile. Questa semplice verità è fondamentale, eppure tanto difficile da tenere a mente.