Capita proprio come in un copione già scritto: conosci un personaggio seducente, che risveglia il tuo desiderio, rianima la tua capacità di meravigliarti. Ti senti scombussolata, in fiamme… e altrettanto rapidamente rimani delusa. Incassi il colpo per qualche giorno, per qualche settimana o qualche anno, a seconda della tua vitalità e della tua sensibilità, ma un bel mattino ti svegli e ti rimetti in gioco. Fa la sua comparsa uno spasimante. Ti rituffi e… patatrac! Anche se non assomigliava al precedente, è un nuovo smacco.
In amore ci sono alcune relazioni senza via d’uscita, perché di fatto sono “condannate”. La loro ricorrenza conduce inevitabilmente alla disperazione, alla perdita di fiducia, all’impressione di essersi “fatte prendere per il naso” e, soprattutto, a un atteggiamento interiore di tensione poco propizio a una nuova, più felice storia. Conoscerle può fare la differenza. I copioni ripetitivi infatti si riducono a sei principali modelli, declinati secondo uno o più schemi sotto riportati, naturalmente con delle varianti.
- Relazioni impossibili: scelgo partner con cui non corro il rischio di impegnarmi o di fondare una famiglia.
- Relazioni tossiche: preferisco vibrare per uomini nocivi ma eccitanti anziché annoiarmi in un legame senza passione.
- Relazioni prive di rischi: scelgo compagni che non amo davvero, per evitare qualunque sofferenza.
- Relazioni da crocerossina: raccolgo cani randagi senza collare.
- Relazioni di dipendenza: mi innamoro di uomini che mi tengono al guinzaglio.
- Relazioni menzognere: interpreto un ruolo, non sono me stessa e mi sfinisco. Ho bisogno del contrario di ciò che affermo di volere e attraggo individui agli antipodi rispetto alla persona che mi farebbe stare bene.
Per esempio, magari affermi di cercare la leggerezza (relazione 6), quando in realtà sogni una lunga storia d’amore e tre bambini. Frequenti quindi uno straniero che vive a 5000 km (relazione 1). Scopri che soffre di una dipendenza dall’alcol (relazione 4), esattamente come gli uomini della tua famiglia da tre generazioni, tra cui ovviamente tuo padre. A meno che non soffra di depressione come tua madre… Ti poni dunque l’obiettivo di salvarlo (4). Dal momento che non ci riesci, ripieghi sul tuo vicino o su un amico d’infanzia (3).
Queste situazioni, quantunque caricaturali, si verificano frequentemente. La mancanza di autostima, lo scarso rispetto che hai per te stessa fin da piccola e la devalorizzazione che ne deriva ti spingono inconsciamente ad accogliere nella tua vita esseri non sempre benevoli. In sostanza, scegli un partner che, con il tuo consenso, ti permetterà di ripetere le scene da te già conosciute.
Chiediti dunque se il fatto di ripetere uno schema relazionale ben noto (troppo) non abbia la meglio sul disagio e sulle paure che la prospettiva di un cambiamento può generare. Per riuscire a voltare pagina è infatti tassativo procedere all’analisi precisa dei meccanismi coinvolti nel processo di ripetizione che forse hai messo in atto.
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