Il termine Pasqua va fatto risalire all’ebraico pesach (pascha in aramaico) con il significato di “passaggio”, riferito al passaggio fisico del popolo ebraico in fuga dall’Egitto attraverso il Mar Rosso e alle celebrazioni che vengono svolte annualmente in ricordo dell’evento. Il Cristianesimo, adottandone la ricorrenza, ha conservato il senso del passaggio ma gli ha conferito un significato più spirituale di “passaggio dalla morte alla vita” per mezzo della risurrezione.
La Pasqua è per tradizione una festa “mobile”, la cui data viene fissata annualmente alla domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Si tratta di un periodo denso di significato già in epoca precristiana, quando con l’antica Ostara si celebrava il passaggio dall’inverno alla primavera, la rinascita della natura e della vita. La primavera è infatti il tempo in cui la vegetazione sboccia di nuovo e la luna stessa è strettamente legata ai ritmi della vita sulla terra. La Pasqua dunque, nel suo significato ebraico, cristiano o precristiano, è una festa di rinnovamento, di rinascita.
Ma al di là della fede e delle tradizioni, come ci prepariamo ad accogliere questo passaggio? Come entriamo in questo spirito di rinnovamento e rinascita interiore? A noi piace pensare che la Pasqua sia non soltanto un giorno in cui magari andarsene in giro per il mondo, approfittando dei primi tepori, bensì anche una celebrazione veramente sentita di ciò che sta rinascendo, che si sta rinnovando in noi. E siccome guardiamo al futuro, soprattutto della nostra Terra, ci piace farlo certamente anche a tavola, ma in maniera alternativa, con squisite ricette che sono una gioia per gli occhi, il cuore e… lo stomaco!