La cistite è un’infezione urinaria molto diffusa tra le donne. Si tratta di un’infiammazione della vescica causata da batteri intestinali di tipo Escherichia coli, migrati dall’ano alla vulva. Si stima che il 20-40% delle donne soffra di cistite in un momento o l’altro della vita. Si tratta di un problema di salute che può estendersi anche ad altre parti dell’apparato urinario, tra cui reni, uretere e uretra. Tra i sintomi vi sono sensazione di bruciore durante la minzione, senso di impellenza a urinare, pressione al basso ventre, dolori intestinali e febbre.
Attenzione: una cistite che dura per più di due giorni deve essere trattata dal medico. Se trascurata, infatti, la cistite può causare un’infezione renale.
Se cominciate a percepire sintomi simili a quelli della cistite e siete lontane da casa, bevete più acqua possibile. Bere molta acqua procurerà un flusso d’urina costante, che consentirà a una maggior quantità di batteri di uscire dall’organismo.
Il succo non dolcificato di cranberry (mirtillo rosso) è da sempre un efficace trattamento. Le ricerche indicano che in questa bacca è presente una sostanza capace di impedire ai batteri di aderire alle pareti uretrali e vescicali. In erboristeria sono reperibili anche capsule di cranberry.
Tra le piante efficaci per le infiammazioni del tratto urinario ci sono la verga d’oro (Solidago canadensis), la barba di mais (Zea mays), la coda cavallina o equiseto (Equisetum arvense) e le bacche di ginepro (Juniperus communis).
Tenere sotto controllo il pH aiuta a prevenire il problema. Allo scopo, occorre chiaramente limitare il consumo di alimenti acidi (alimenti raffinati e industriali, bibite gassate, fast-food ecc.). Ottimizzare il funzionamento del fegato e del pancreas aiuta a ridurre la produzione di acidi endogeni. È infine molto utile imparare a gestire meglio lo stress.
In caso di cistite e di infezioni alle vie urinarie è utile anche l’olio essenziale di bergamotto. Altro olio essenziale usato nelle infezioni urogenitali è quello di copaiba: assumere 2-3 gc di o.e. mescolate in mezzo cucchiaino di zucchero integrale o miele e poi bere abbondante acqua; massaggiare il basso ventre con 3-4 gc di o.e. diluite in un cucchiaino di olio vegetale.
Dal punto di vista psicologico, le malattie della vescica sono il segno delle nostre difficoltà a scaricare le nostre “acque reflue”, vale a dire i vecchi ricordi che non ci soddisfano più. Antiche convinzioni, vecchie abitudini, schemi di pensiero inadeguati rispetto alla situazione presente sono tutti “ricordi” che “intossicano” la nostra mente, come le tossine lo fanno per il corpo.
I disturbi o i dolori della vescica ci dicono che abbiamo paura di abbandonare o di cambiare queste abitudini, convinzioni, schemi o modalità di pensiero o di azione. Un attaccamento eccessivo ad alcuni ricordi, soddisfacenti o meno, ci conduce talvolta ad irrigidirci nella nostra vita, a cristallizzarci, a rischio di soffrirne (benché ne troviamo frequentemente anche un certo beneficio, fosse anche solo per un facile e momentaneo conforto interiore). Queste situazioni si traducono in tensioni della vescica e le cistiti o le altre infiammazioni ci parlano di ciò, informandoci inoltre che esiste in noi una collera o una forma di ribellione nei confronti del nostro atteggiamento.
Infine, il problema si riscontra spesso in persone che sono in conflitto con i loro compagni di vita. La rabbia esistente si esprime improvvisamente e in maniera eccessiva.
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