Lo psichiatra e psicoterapeuta Roberto Pagnanelli ci parla della paura, ostacolo per molti, ma anche potente alleato se sfruttata nel giusto modo. Autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche e di volumi di successo in campo medico e psicologico, Roberto Pagnanelli è stato docente di omeopatia presso la Scuola di Naturopatia dell’Istituto Riza di Milano.
Si è diplomato in Medicina Psicosomatica presso l’Istituto Riza di Milano, in Medicina Omeopatica presso l’Università degli Studi di Urbino e in Psicoterapie Brevi presso il C.I.S.S.P.A.T. di Padova (riconosciuto dal MURST). È ideatore della Musicoterapia Cinematografica, che applica da oltre un decennio. Per approfondire: Musicoterapia per la paura, Musicoterapia per attacchi di panico, Musicoterapia per attacchi di panico 2, Attacchi di panico.

Che cos’è la paura? L’emozione della paura nasce come un meccanismo fisiologico, insito nella natura umana. Noi tutti possediamo all’interno del nostro corpo i meccanismi biochimici capaci di scatenare, in qualsiasi momento, la reazione più antica che ci sia: quella di attacco o di fuga davanti a un pericolo. Forse è grazie a questa reazione che siamo ancora vivi e che l’uomo, dalla notte dei tempi, ha potuto difendersi dagli aggressori e cercare comunque di sopravvivere.

Dove abita la paura? La paura abita nei nostri neuroni. Chi ci ha creato ha immesso nel nostro organismo la capacità di provare emozioni, fra queste il timore, l’angoscia, l’ansia al pari della felicità, del benessere o della gioia. La reazione della paura in effetti abita nelle nostre ghiandole endocrine, nella midollare del surrene che produce adrenalina, nei vasi sanguigni capaci d’innalzare la pressione, nel cuore che coi suoi battiti accelerati ci permette di far circolare una gran massa di sangue, nei muscoli pronti allo scatto e nei nervi capaci di tirarci, comunque, fuori dai guai.

Quando la paura diventa negativa? Quando diventa eccessiva rispetto al reale pericolo che ci troviamo ad affrontare. Allora ci blocca, paralizza le nostre energie, diventa un freno a mano tirato che ci impedisce di crescere, di muoverci, di affrontare nuove esperienze togliendoci la gioia, la voglia di vivere, la fiducia e il desiderio, costante nell’animo umano, di metterci alla prova.

Quando, allora, è positiva? Quando ci permette di fuggire, quando ci rende consapevoli dei nostri limiti, quando ci consente di dare il meglio di noi stessi, come avviene nel corso di una gara, di una prova importante o di un esame, quando ci fa tirare fuori da noi stessi tutto quello che abbiamo dentro. In questi casi non diventa più un limite ma uno sprone.

La paura può manifestarsi in vari modi: quali sono i più frequenti? In effetti l’animo umano ha diverse capacità. Fra queste quella di rendere cangianti e variegate le espressioni emotive di cui si nutre. Una di queste, insieme all’ansia e al panico, è proprio la paura. Essa può manifestarsi in vari modi. Si parla di Fobia semplice allorché l’individuo avverte un sentimento abnorme di paura rispetto ad eventi, oggetti o situazioni di per sé non pericolose. In modo particolare se una persona ha paura della lama di un coltello, di un ascensore, di un cane o, semplicemente, delle altezze o di diventare rosso si parlerà di fobia dei coltelli, claustrofobia, zoofobia, acrofobia o ereutofobia. La Fobia sociale, quadro psicopatologico assai frequente che colpisce il 15% dei soggetti della popolazione giovanile dagli 11 ai 25 anni, è la paura di esporsi a situazioni dove sono coinvolti “gli altri”. Le manifestazioni sono molteplici: si va dalla paura di mangiare in pubblico a quella di parlare di fronte agli amici o ai compagni di scuola, dal timore di telefonare in pubblico a quello di muoversi disinvoltamente fra la gente. Anche gli Attacchi di panico, cui ho dedicato un interessante volume, sono caratteristicamente una forma molto sottile di paura. Annoveriamo ancora fra le forme di paura il Disturbo post traumatico da stress che riguarda e colpisce persone esposte per davvero, nella realtà oggettuale, a situazioni traumatiche. Una volta era a carico dei militari americani di stanza in Vietnam, oggi è frequente nei militari esposti a situazioni belliche e in soggetti testimoni di eventi drammatici e disastri naturali (terremoti e maremoti). In questo caso il soggetto, una volta tornato a casa, nel proprio paese, rivive notte e giorno dei flash-back, cioè dei ritorni repentini di fronte ai propri occhi di immagini relative alle tragedie cui si è assistito tempo prima. Il disturbo impedisce di dormire e crea un disequilibrio nella sfera psichica della persona. Per Ipocondria si intende invece una paura relativa alle proprie condizioni fisiche o psicologiche di salute. Il soggetto trascorre la vita tra incertezze e desiderio di trovare, per davvero, fra consulti medici ed esami clinici, la malattia di cui soffre, nel tentativo di porvi rimedio.

Quali sono i sintomi principali della paura? Tutti quelli che indicano un’iperattività del Sistema Nervoso Centrale e Periferico (Sistema Nervoso Autonomo o Vegetativo). Fra questi la piloerezione, la tachicardia con extrasistolia, le vertigini, il senso d’affanno e la dispnea, la sensazione di malessere improvviso, il desiderio di scappare, le sudorazioni profuse, la tensione muscolare, il mal di testa e i disturbi visivi (offuscamento della vista). E, in generale, se il disturbo si protrae nel tempo, una grande insicurezza nei propri mezzi e la chiusura progressiva in se stessi. Chi soffre di paure si chiude progressivamente in casa come farebbe un animale nella propria tana. E questo è molto penoso se consideriamo che il disturbo, che spesso colpisce i giovani nell’età dello sviluppo psico-emotivo, rende la vita impossibile.

Qual è la frequenza dei disturbi di cui parlavamo? I dati sono tratti da G.B. Cassano (Psicopatologia e clinica psichiatrica, 2006). La fobia sociale interessa il 13% della popolazione generale, l’attacco di panico il 5,6%, la fobia semplice l’11,3%, l’ipocondria il 6,2% e il disturbo postraumatico da stress l’8%. Sono dati, comunque, su cui riflettere.

Come si curano le paure? Vi sono diversi metodi. A parte gli psicofarmaci, fra cui gli ansiolitici o benzodiazepine, molto efficace risulta l’abbinamento della psicoterapia con le terapie naturali (sali di Schüssler, omeopatia, fitoterapia etc…). Nell’ambito della psicoterapia recentemente si dà molta importanza all’utilizzo della musica, già nota ai tempi dell’antica Roma, nel trattamento della paura.

Vanno bene tutte le musiche? Direi che vi sono melodie “speciali” nella cura della paure: sono le musiche capaci di evocare immagini, sia di paura che di coraggio, e capaci di far entrare il soggetto nel “campo di battaglia” generato dalla propria mente. In tal senso sperimento efficacemente da circa un decennio la Musicoterapia Cinematografica nella quale il soggetto che partecipa all’esperienza è invitato a creare egli stesso le immagini, come fosse regista e contemporaneamente attore d’un film d’azione. La musica dell’evento immaginativo, abbinata alle parole del terapeuta, crea un effetto scenico straordinario e davvero intrigante. Nel caso della paura ho creato un Cd di Musicoterapia che contiene una tecnica, definita “brain flooding” che consiste nell’immergere, in senso figurato, il cervello dell’ascoltatore direttamente nella sua paura. In effetti, anziché scegliere musiche rilassanti, è preferibile e particolarmente indicato il gettare a più pari il soggetto che soffre direttamente nella situazione ansiogena in modo da fargli ri-esperire, nel corso della seduta, tutte le sue paure reali o immaginarie. E’ solo così che egli vive le sue emozioni, dapprima in senso figurato e immaginario e poi, nel seguito degli ascolti e delle sedute successive, nella realtà, imparando a gestirle meglio, e per davvero, nelle situazioni reali. Si tratta, in pratica, di un vero e proprio “training mentale” simile a quello che un giocatore di calcio fa in allenamento, durante il quale egli impara le mosse e le strategie da applicare nella pratica di tutti i giorni, nel corso della “partita che egli gioca costantemente con la sua paura”. Molti studi dimostrano infatti che esperienze immaginative fortemente vissute sul piano emotivo (pensiamo i sogni o agli incubi tanto per fare un esempio), equivalgono, per la mente a esperienze reali.

Ci sono dei rimedi naturali che possono aiutare in questo percorso di guarigione? Certamente sì, sono quelli che associo, con successo, alla psicoterapia ed alla musicoterapia. Vi sono alcuni rimedi omeopatici e fiori Californiani che ben si addicono alla risoluzione di specifiche paure e specifici problemi. In questa sede citiamo alcuni dei più efficaci.

Paura di avere un tumore: Veratrum album
Paura di morire: Aconitum napellus, Arsenicum album
Paura di perdere il controllo: Gelsemium sempervirens, Argentum nitricum, Staphysagria
Paura della folla: Aconitum napellus, Argentum nitricum, Lycopodium clavatum
Paura di svenire: Argentum nitricum, Lac caninum, Stramonium
Paura degli animali: Hyosciamus, Stramonium
Paura di entrare in una stanza affollata: Valeriana, Platina, Alumina
(tratto da “Musicoterapia per la paura” – Edizioni Il Punto d’Incontro)

Fra i fiori californiani utilizzo ad esempio:

Paura della morte: Chrysanthemum (Crisantemo), Angel’s Trumpet (Datura bianca)
Paura di invecchiare: Chrysanthemum
Paura di perdere il controllo: Scarlet Monkeyflower (Mimolo cardinale)
Paura di lasciarsi andare al partner: Angel’s Trumpet
Paura di esibirsi in pubblico: Golden Yarrow (Achillea gialla)
Paura del giudizio della gente e desiderio di stare da soli (Fobia sociale): Mallow (Sidalcea)
Paura di ogni cambiamento: Cayenne (Peperoncino)
Paura della sessualità: Basil (Basilico)
Desiderio di evitare le fonti della propria angoscia e desiderio di ritirarsi in se stessi: Fawn Lily (Eritronio)
(tratto da “Musicoterapia per la paura” – Edizioni Il Punto d’Incontro)

Sono efficaci tutte queste terapie? Se c’è il desiderio del soggetto di orientare le proprie paure e di imparare, progressivamente, che la paura è solo una fonte d’energia mal disposta che dobbiamo imparare a gestire meglio, sicuramente il risultato, nell’arco di alcuni mesi, non tarderà ad arrivare.

Qual è il giusto atteggiamento mentale per vincere la paura? Essenzialmente considerarla non come un nemico da battere ma come un’esperienza che ci aiuta a vivere pienamente e meglio di prima. Su questo non c’è alcun dubbio! La paura è uno dei migliori insegnanti.