Oggi 17 febbraio si celebra la giornata del gatto. Per onorare il nostro amico felino, fiero, elegante, misterioso, indipendente, ma anche morbidone e a modo suo affettuoso, vogliamo raccontarvi come veniva e viene visto questo splendido animale tra le popolazioni antiche e moderne.

Nell’antico Egitto il gatto era oggetto di venerazione grazie al culto della dea Bastet, raffigurata con sembianze femminili e testa di felino. Bastet era la dea della musica, della danza, della gioia e dell’amore. Era inoltre considerata portatrice di abbondanza e prosperità, perché i gatti suoi protetti difendevano i granai dai roditori.

Il gatto per gli Egizi era un animale talmente sacro che alla sua morte veniva addirittura mummificato. Le onoranze funebri che il popolo egizio riservava al sacro felino erano molto importanti e il lutto per la perdita del micio veniva esternato attraverso il gesto di radersi le sopracciglia. Il corpo del gatto, imbalsamato con unguenti e aromi, veniva avvolto in bende di lino e custodito in un’urna dipinta.

Presso i Romani il gatto era associato alla figura di Diana, dea della caccia (il gatto è da sempre un abile cacciatore notturno), e ricopriva un importante ruolo legato alla prosperità. Era inoltre particolarmente apprezzato come abile cacciatore di topi nelle ville romane, arrivando in breve a sostituire in questo compito la mangusta domestica.

I Romani ritenevano che il gatto fosse un animale dotato di attributi soprannaturali e poteri magici, soprattutto se nero (in barba ai successivi sciocchi pregiudizi che vedono nel gatto nero un emblema di sfortuna!).

Nella tradizione musulmana il gatto viene visto come dotato di una grande forza soprannaturale e di un’influenza benefica. Considerato un animale puro e benedetto, gli vengono riconosciute facoltà magiche e addirittura nove vite.

In molte tribù africane si ritiene che il gatto sia dotato del potere della chiaroveggenza, cioè della capacità di prevedere avvenimenti futuri. Oltre a essere considerato un talismano e un portafortuna, il gatto è anche molto apprezzato per le sue facoltà taumaturgiche e la sua pelliccia si usa per la cura di numerosi disturbi, tra cui artrite, reumatismi, ustioni e infiammazioni della gola.

Nel paese del Sol Levante il gatto è stato sempre apprezzato per la sua natura profondamente enigmatica. La sua figura adorna templi, santuari e monasteri e il suo spirito mutevole e misterioso è stato oggetto di numerose rappresentazioni artistiche.

Nella pet therapy si è visto che la presenza di un animale familiare come il gatto provoca effetti positivi e benessere psicologico in persone che soffrono di depressione, infelicità, isolamento o scarsa autostima. Comunicare con il micio di casa produce un abbassamento della pressione arteriosa. Agevola la capacità di comunicare, socializzare e ampliare i propri interessi. Soprattutto nel caso di anziani o persone che vivono sole,  il rapporto con un gatto diventa un importante mezzo per recuperare l’equilibrio personale e porsi in relazione con la natura, ritrovando una dimensione più “umana” e serena.

E allora, vale la pena dire “grazie” al nostro affascinante e baffuto amico, magari con un pranzetto sano e gustoso!

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