Ormai il concetto di space clearing è entrato con prepotenza nel mondo del benessere della casa: eliminare l’accumulo di disordine fisico per eliminare il disordine emotivo. Chiaro e semplice nella forma, questo principio spesso inizia a vacillare quando ci troviamo di fronte al nostro ripostiglio, che vive ormai da anni di vita propria, o al nostro guardaroba, dove proprio non c’è più spazio nemmeno per uno spillo…

Da dove iniziare? Come distinguere le cose di cui possiamo fare a meno, quelle di cui dobbiamo fare a meno e quelle da tenere? In fondo, se tendiamo all’accumulo, ci sembrerà che tutta la nostra roba abbia un valore. Una risposta interessante è quella che Maxwell Gillingham-Ryan dà in Apartment therapy: creare una “Zona di Transito” per il disordine.

Cos’è una Zona di Transito?

È un’area della casa a nostra scelta, un’alleata nell’eliminazione del disordine. Deve essere una zona ben definita, possibilmente fuori dal percorso delle attività quotidiane, ed essere un posto in cui possa regnare il caos (come un ripostiglio o la stanza degli ospiti, ma anche un angolo vicino all’ingresso). Importante: la Zona di Transito non è la pattumiera, né una scatola; è una casa di riabilitazione per il disordine, dove le cose vanno a stare per un po’ mentre viene deciso il loro destino. Può essere d’aiuto un cartello che la segnali.

Come funziona?

1. Possiamo mettere qualsiasi cosa nella Zona di Transito.

2. La Zona di Transito può essere in disordine.

3. Le cose devono stare nella Zona di Transito minimo una settimana.

4. Dopo questo periodo di tempo minimo abbiamo diverse possibilità:

  • Rimettere tutto al suo posto.
  • Lasciare le cose di cui siamo ancora insicuri per un’altra settimana.
  • Spostare gli oggetti nei bidoni della raccolta differenziata o nel mucchio delle cose da regalare.

Perché funziona?

Funziona perché impiega un processo a due tempi che ci permette di capire se abbiamo bisogno di un oggetto senza dover decidere subito che cosa farne.

L’approccio ordinario al fare ordine è passare in rassegna le nostre cose e buttarne un certo numero. Questo approccio si concentra prevalentemente sull’identificazione degli elementi di disordine, che vengono subito eliminati. I problemi però sono due: non solo gli elementi di disordine, ma anche la difficoltà a separarsi da essi. E come ben sapranno molti accumulatori cronici… l’ansia da separazione è di gran lunga il problema più grosso!

La maggior parte delle persone, quando deve affrontare due decisioni che provocano ansia – dove dovrebbe andare a finire qualcosa (il suo valore per il mondo), e se ci si può separare dalla cosa stessa (il suo valore per il proprietario) – si blocca e di default resta attaccata agli oggetti.

La Zona di Transito sblocca queste due decisioni stressanti. Prima si occupa della separazione e solo dopo decide come e dove eliminare la confusione dall’appartamento. Una volta che un oggetto è rimasto nella Zona di Transito per qualche tempo, perde la presa sul suo proprietario e diventa solo un oggetto tra i tanti di cui si può facilmente decidere cosa fare! Una volta che le persone si abituano prima a separarsi dai propri averi e poi a disporne, inoltre, tendono a voler mettere sempre più cose nella Zona di Transito, e il procedimento di fare spazio diventa più rapido e facile.

Provare per credere: sentite che la presa che il disordine ha su di voi si sta allentando? Pronti a esclamare: “Non posso credere di aver vissuto con tutta quella robaccia!”?