Uomini e donne, mariti, mogli, padri di famiglia e angeli del focolare… Che significato ha oggi la “divisione dei ruoli” all’interno della coppia? E soprattutto… ha ancora senso parlare di ruoli? Ai tempi delle nostre nonne le “regole del gioco” erano fisse. Perlomeno all’esterno, per “la gente”, i ruoli erano direttive sociali che venivano rispettate e seguite in maniera abbastanza coerente.

Dagli anni Sessanta del secolo scorso la situazione è cambiata in modo drammatico. Se in passato la morale trasmessa dalla Chiesa nel mondo occidentale improntava la convivenza relazionale, oggi è stata progressivamente sostituita da ideali che vedono ai primi posti della propria scala di valori concetti come la libertà, l’autorealizzazione e l’indipendenza. Accanto a questi cambiamenti sociali generali vanno tenute presenti le rivoluzioni specificamente sessuali: le società moderne prevedono individui autonomi che come uomini e sempre più anche come donne percepiscono entrate proprie.

I cambiamenti esterni devono necessariamente portare anche a cambiamenti interni. Il rapporto intrinseco a matrimoni e relazioni sentimentali oggi non solo è ampiamente improntato sulla parità dei diritti, ma ha anche acquisito una nuova dimensione profonda. Nelle relazioni fra individui che vivono la propria vita in piena consapevolezza, la convivenza viene sempre più esperita come un “viaggio a due”. Si vive insieme per scambiarsi esperienze, cercare un contatto, incontrarsi, donarsi gioia e costruire qualcosa l’uno con il contributo dell’altro. Il partner non viene più inteso come una “proprietà” o un “possesso”, bensì piuttosto come “specchio della propria anima”.
In passato era usuale la combinazione di un partner debole con uno forte per compensare debolezze e punti di forza. Oggi, dal momento che debolezze e punti di forza non vengono soffocati a lungo, ma in molti rapporti di coppia discussi apertamente, si tratta di crescere insieme a colui che ci sta di fronte e di mettere finalmente mano ai “compiti per casa” rimasti irrisolti. Per questo c’è bisogno di un luogo protetto che ogni relazione dovrebbe procurarsi, perché stirando, seguendo i figli per i compiti o stando davanti alla televisione non ci sarà l’opportunità di parlare di argomenti che scavino in profondità. Qui si richiede silenzio, attenzione premurosa, intimità e sensibilità; perché questi sono i momenti che costruiscono davvero il valore e la sostanza di una relazione.

I valori di una relazione sono stati trasferiti dalla sfera esteriore a quella interiore. Oggi, in molti legami, si tratta di vedere nell’altro un “individuo spiritualmente affine”, piuttosto che percepirlo nel classico ruolo uomo-donna. In questo contesto risulta evidente che sul piano psichico la differenza tra uomini e donne si riduce. È vero che nell’uomo continua a dominare la parte mentale, attiva e razionale, mentre nella donna è la parte emozionale a essere in primo piano, ma anche questi due mondi si stanno sempre più avvicinando. Forse allo stato attuale sono ancora di più le donne che rivestono un ruolo pionieristico nella costruzione di una nuova maniera di intendere una relazione, ma questo, come ogni attività pionieristica, è solo un procedere in accordo con il proprio tempo, non una differenza nella qualità umana essenziale.
In ultima analisi, non si tratta di rendere interscambiabili uomini e donne. Le donne rivelano e riveleranno anche in futuro la parte femminile della creazione, e gli uomini quella maschile. Per la donna moderna si tratta di scoprire il suo nucleo essenziale più intimo, che non è più prevalentemente specifico di un sesso. Lo stesso vale naturalmente anche per gli uomini. Se si compie questo passo verso la propria interiorità, l’incontro tra uomini e donne si realizza in una dimensione profonda completamente diversa. Come è ovvio una donna rimane comunque una donna e un uomo un uomo. Ma nel contesto di questa nuova consapevolezza spirituale finalmente… collimano!

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