chiave dell'amoreL’obiettivo principale di molte persone è quello di trovare la persona perfetta per vivere una relazione sentimentale. I siti per incontri proliferano continuamente, i locali dove si possono fare nuove conoscenze pullulano di persone, le trasmissioni televisive che hanno come scopo quello di favorire l’incontro con l’anima gemella hanno tantissimi telespettatori.

Navighiamo nel mare delle nuove conoscenze, con il cuore pieno di speranza, alla ricerca del partner perfetto che ci renda felici, troppo spesso senza comprendere che se prima non ci sentiamo in pace con noi stessi, non arriverà mai nessuno di veramente giusto. Viviamo, infatti, una moltitudine di relazioni dalle quali spesso usciamo con il cuore infranto e la sensazione di aver fatto l’ennesimo incontro sbagliato.

Le persone che passano la maggior parte del loro tempo soffrendo per una storia che non funziona come vorrebbero sono tantissime.
Essere in pace con se stessi non significa rinunciare alle emozioni, all’amore, alla passione. Le persone in pace con se stesse non evitano di innamorarsi, ma vedono le cose da un’altra prospettiva.in pace con se stessi

La nostra società ci spinge a cercare un partner come se quella fosse l’unica condizione per raggiungere la felicità. Il pensiero comune è credere che, una volta trovata la persona giusta, tutto andrà bene e tutte le pene spariranno.
L’ansia di trovare la persona giusta a volte ci porta ad annullare la nostra identità, creando un’idealizzazione esagerata e sbagliata dell’amore (leggi anche: Seduzione e amor proprio).

La condizione migliore dell’essere umano non può essere quella di amare fino a sopprimere la propria personalità. La paura di rimanere sole spinge molte persone ad adeguarsi, spesso fino ad annullarsi, pur di avere accanto qualcuno.
La condizione migliore è la pace con se stessi, quella che ci fa sentire in armonia con la vita: l’esatto contrario di un attaccamento disperato a qualcuno che magari nemmeno ci vuole.

Qualcuno sostiene che l’amore giustifica tutto, ma di sicuro non giustifica l’abbandono di noi stessi e l’annullamento della nostra persona (per approfondire vedi: Amore: 3 errori da evitare).
L’idealizzazione dell’amore fa pensare che l’incontro con la persona giusta possa risolvere tutto, come un farmaco miracoloso che diventa la panacea per tutti i mali.
Come non esiste un farmaco capace di curare ogni patologia, così non esiste una persona capace di risollevarci da una vita che non ci piace.

L’unico amore capace di risolvere ogni questione è quello per la propria persona. Volersi bene davvero e quindi essere in pace con se stessi, è la chiave per il benessere a trecentosessanta gradi. Senza questa condizione, ogni persona diventa come un naufrago che si attacca tenacemente a qualcuno per la paura di affondare e annaspa nella speranza di raggiungere la stabilità della terra ferma che identifica con una relazione stabile (Vuoi imparare a volerti bene? Leggi 3 passi per aumentare la fiducia in se stessi).

volersi beneLa prima cosa da fare è valutare le nostre relazioni. Nessuna persona può essere in pace con se stessa se vive una relazione insoddisfacente dove si sente svilita, non apprezzata, non tenuta in considerazione.

La seconda cosa è smettere di fare le vittime.

Nessuno può trattarci male se non siamo noi a permetterlo.

Smettere di accettare i comportamenti di chi ci tiene in sospeso e alimenta le nostre speranze concedendo sporadicamente briciole di affetto è l’unico atteggiamento valido per sottrarsi al ruolo della vittima e recuperare l’amor proprio.

Ogni persona ha il diritto di sentirsi felice. Nonostante tutto. Nonostante tutti.

Le persone in pace con se stesse non sentono il bisogno di essere salvate, non vedono una relazione come condizione indispensabile per la felicità, e soprattutto, giacché hanno imparato a nuotare nel mare della vita, non vedono l’amore come un’ancora di salvataggio.

Una relazione con un’altra persona può migliorare e arricchire la nostra esistenza solo se siamo liberi di scegliere, altrimenti può trascinarci solo verso gli abissi della più profonda infelicità.