Annamalai Swami: vita da rinunciante
Annamalai Swami è stato un guru spirituale dell’India moderna. Già dalla sua nascita suo padre, che era un astrologo, lesse nel suo tema natale che sarebbe diventato un rinunciante. Essendo un contadino, il padre cercò in tutti i modi di indirizzare il figlio verso la sua professione. Evitò persino di fargli frequentare la scuola nella speranza che non imparasse a leggere le scritture.
Tuttavia, Annamalai passò casualmente nei pressi di un villaggio in cui un erudito stava tenendo una conferenza. Egli disse che:”Studiare è un bene“. Studiare nonostante tutto, anche se fosse stato necessario mendicare, in quanto solo attraverso l’educazione si possono conoscere i misteri della vita. Annamalai capì che la sua strada era quella dello studio e sebbene il padre non fosse concorde con lui, cominciò a studiare le scritture per conto proprio.
Lo studio di Annamalai Swami
Lo studio di Annamalai continuò a lungo. Imparò a leggere e imparò i corretti rituali religiosi per prostrarsi adeguatamente di fronte alla divinità. Sin da piccolo mostrava un’inclinazione naturale verso la vita spirituale, anche se non ne era mai entrato direttamente in contatto. Aveva sempre saputo che esisteva un potere superiore chiamato Dio e che lo scopo della vita era perseguirlo.
Durante i suoi studi, cominciò a leggere le scritture ad alta voce attirando un discreto numero di persone interessate che lo ascoltavano. Così, man mano si formò una piccola cerchia di seguaci intorno a lui, che si incontravano in un monastero, eretto appositamente dai suoi fedeli.
Ramana Maharshi: il maestro
La sua vita continua con lo studio delle scritture e le letture in monastero, finché Annamalai sogna Ramana Maharshi ai piedi della montagna Arunachala.
Immediatamente partì per Arunachala e incontrò il maestro nel 1928. Ramana Maharshi lo accolse con un sorriso che infondeva pace e tranquillità. Gli disse persino che lo stava aspettando e che sapeva che sarebbe arrivato. Dopo anni di vita spirituale assieme al maestro Bhagavan, nel 1938 Annamalai ricevette l’ordine di lasciare l’ashram e di trasferirsi in una capanna isolata per dedicarsi completamente alla pratica spirituale.
Il guru restò qui fino alla morte, vivendo una vita da monaco, benché desse il benvenuto ai visitatori rispondendo alle loro domande. Tutte le domande e le relative risposte sono contenute nel libro Annamalai Swami: Insegnamenti a cura di Davi Godman. Si tratta di domande su diversi argomenti che toccano, ovviamente il Sé, la coscienza e la meditazione. Tra le tante domande poste ad Annamalai, una è stata particolarmente sentita dai suoi fedeli: Se il Sé è in ogni cosa, perché non posso vederlo chiaramente? Perché mi è nascosto? La risposta chiara ed efficace del maestro è riportata al capitolo 2 del libro Annamalai Swami: Insegnamenti.
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