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Srimad Bhagavatam
La gloria degli avatar
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Lo Srimad Bhagavatam, noto anche come Bhagavata Purana, è considerato dai saggi il rimedio contro il Kali Yuga, l'epoca dell'oscurità.
Si tratta di un'opera che ha il potere di purificare rapidamente dall'ignoranza colui che ne apprezza il contenuto e fu lasciata agli uomini di questa era esattamente a tale scopo, come un avatar nella forma di scrittura sacra, capace di donare l'illuminazione.
Questa è la storia delle infinite creazioni e delle loro dissoluzioni, del creatore e del creato, delle innumerevoli incarnazioni divine (avatar) e della loro origine. In effetti è la storia della tua vera natura.
Sergio Peterlini ci offre un'opera di grande valore, una sintesi preziosa frutto di anni di ricerca, nel corso dei quali sono state confrontate decine di versioni in diverse lingue dell'antica scrittura, che in origine era composta da 14.579 strofe, suddivise in 335 canti.
La versione in italiano dello Srimad Bhagavatam
Alcune antiche scritture indiane come i Veda e i Purana, descrivono precisamente la durata delle creazioni e delle dissoluzioni dell’universo. Mille cicli dei quattro yuga (ere cosmiche) si susseguono a formare una creazione e altri mille yuga vengono poi a formare la durata di una dissoluzione universale, a cui farà seguito un’altra creazione e così senza fine. I quattro yuga sono: il satyayuga, il tretayuga, il dvāpārayuga e il kaliyuga. Nel satyayuga, lo yuga della verità e della purezza, le menti e i corpi degli esseri umani sono all’apice della loro forza e così è anche la durata della loro vita. Prevalgono l’armonia, la giustizia, la concordia, l’amicizia tra gli esseri, la pace e la gioia. Dal satyayuga, con l’avvento del Tretayuga, tutto comincia a diminuire, la forza, la nobiltà, la giustizia, la pace e anche la durata della vita. Tutto questo diminuisce ancor più nell’era seguente, il dvāpārayuga, sino ad arrivare all’era dell’ignoranza, il kaliyuga che, ahimé, è l’era attuale, iniziata circa 5000 anni fa, che avrà la durata di 432.000 anni e dove tutto degenererà.
Lo Srimad Bhagavatam ai giorni nostri
Il kaliyuga, nello Srimad Bhagavatam, viene descritto così: i sovrani saranno dediti alla menzogna, all’ingiustizia, irosi e rapinatori del popolo, a cui succhieranno il sangue. Brameranno le mogli e la ricchezza altrui, saranno poveri di coraggio e di forza. Saranno privi di azioni rette e le persone governate da loro acquisiranno anch’esse le stesse abitudini nocive, i loro modi di vita e di linguaggio, opprimendosi l’un con l’altro, mentre saranno a loro volta oppressi dai loro sovrani, andando verso la rovina. Giorno dopo giorno, la rettitudine, la verità, la purezza, il perdono, la compassione, la durata della vita, la forza del corpo e la acutezza della mente, declineranno. Nel kaliyuga il criterio dell’onorabilità sarà soltanto la ricchezza e l’inganno sarà la forza primaria negli affari. Gli amministratori della giustizia saranno inclini alla corruzione e l’ipocrisia sarà la sola prova della bontà. Con l’avanzare del kaliyuga, gli uomini, oppressi dalle carestie e dalle pesanti tasse, periranno per la siccità, per il bruciante sole, per le pesanti piogge e i conflitti. Saranno tormentati dalle malattie e dalle preoccupazioni e, con l’avanzare del kaliyuga, i loro corpi e la durata della loro vita, diminuiranno drasticamente. Nella società dominerà l’eresia, i sovrani diventeranno ladri e i loro sudditi saranno anch’essi dediti al furto. Le loro caratteristiche predominanti saranno l’inganno, la menzogna, l’ottusità, la violenza, la depressione, l’angoscia, l’infatuazione, la paura e la miseria mentale e fisica.
Lo scopo dello Srimad Bhagavatam
Nel kaliyuga gli uomini diventeranno schiavi delle donne e miserabili. Il piacere sessuale sarà il solo criterio del loro affetto, abbandoneranno genitori e fratelli quando saranno in difficoltà, il padre sarà contro il figlio e il figlio contro il padre. Il quadro non sarebbe certo confortante, considerando che queste parole, scritte in tempi antichi, dipingono chiaramente la direzione in cui sta andando il mondo. Ma, nel kaliyuga c’è una grande possibilità di riscatto, poiché si può facilmente arrivare alla Vera Conoscenza, che libera da ogni miseria, più facilmente e rapidamente che in ogni altro yuga. Uno dei rimedi, molto potente, è descritto in questo testo sacro, anzi, il testo stesso è considerato un mezzo eccellente per attraversare l’oceano di ignoranza e miseria del kaliyuga, un testo che sarà apprezzato solo da uomini fortunati.
Scheda tecnica
- Pagine
- 944 pp.
- Formato
- 17 x 24
- Tipologia
- Brossura
- ISBN
- 978-88-6820-653-6
Riferimenti Specifici
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Sergio Peterlini
Sergio Peterlini insegna meditazione da oltre quarantacinque anni in Europa e in India a decine di migliaia di persone. Le scuole e i college in cui lui ha introdotto la meditazione hanno registrato significativi miglioramenti nei risultatiti scolastici degli studenti.
Ha compiuto molti viaggi in India, dove ha incontrato di persona i principali maestri spirituali, ricevendone benedizioni e insegnamenti.
Profondo conoscitore ed esperto dell’antica saggezza indiana, ha tradotto in italiano e curato alcuni tra i più importanti testi tradizionali, quali Yoga Vasistha, Bhagavad Gita, Ribhu Gita, Sri Tripura Rahasya, Srimad Bhagavatam, Ganapati Upanishad, Sri Ganesha Stotram, I 36 stratagemmi e Autobiografia di uno Yogi.
In qualità di fondatore della casa editrice Edizioni Il Punto d’Incontro di Vicenza, ha promosso la pubblicazione in Italia delle opere di alcuni tra i più importanti esponenti della saggezza indiana, che ha personalmente incontrato, quali Nisargadatta Maharaj, Madre Krishnabai, Anandamayi Ma, Mata Amritanandamayi, Sathya Sai Baba, Swami Rama, Krishnamurti, Irina Tweedie, Annamalai Swami e Ram Dass.
Ha inoltre curato la pubblicazione di opere su Sri Aurobindo, Sai Baba di Shirdi, Mère, Gurdjieff, e di Thich Nhat Hanh, Ramana Maharshi, Pema Chödrön, Mooji e Stylianos Atteshlis.
La peculiarità delle traduzioni curate da Sergio Peterlini è che sono sempre immediatamente comprensibili e scorrevoli, lasciando il lettore libero di focalizzarsi sul significato profondo del testo.